Una lista “alternativa alle forze al potere a Berlino”, ovvero a quella “alleanza intergovernativa” tra socialdemocratici e popolari che in Germania, come in Italia “non ha saputo dare una risposta alla crisi”. Si chiamerà “Scelta europea” e sarà la lista italiana che supporterà la candidatura alla carica di presidente della Commissione europea dell’eurodeputato ed ex premier belga Guy Verhofstadt. Un cartello per ora di 13 sigle, tra partiti, movimenti e fondazioni, che afferma di voler essere “una alternativa positiva” a “l’immobilismo dei grandi partiti, quello Democratico e Forza Italia” e dei loro “rispettivi riferimenti europei, i socialisti e i popolari”. Tra i sostenitori c’è il Centro Democratico di Bruno Tabacci e Nicola Benedetto. Il Cd si dice convinto della scelta di sostenere il liberale Verhofstadt che è definito un “leader europeo responsabile”, e motiva la sua adesione al gruppo dell’Alde come una maniera per non farsi “incastrare nelle ottiche della proiezione bipolare europea”, né quella socialista, “perché non siamo socialisti e non vogliamo diventarlo”, né quella popolare, perché il Ppe “non è più dei democratici cristiani, è diventato un’altra cosa dopo l’introduzione di forze populiste e nazionaliste”.
“Sono perfettamente d’accordo – dichiara Bruno Tabacci, presidente del Centro Democratico – con i contenuti dell’importante e affettuoso videomessaggio che il presidente Romano Prodi ha voluto mandare alla presentazione dell’alleanza nel nostro Paese di tutte le forze che si riconoscono nei Liberal Democratici dell’Alde, guidati da Guy Verhofstadt in vista delle prossime elezioni europee”. “O rilanciamo il progetto di una vera unità politica dell’Europa, o fra pochi anni nessun Paese europeo sarà più membro del G8, perché le grandi economie emergenti scalzeranno tutti, anche la Germania. Da tempo – continua Tabacci – sono convinto che l’alleanza dei liberal democratici rappresenti la proposta più seria in vista delle prossime elezioni europee per chiunque non sia socialista e non voglia ritrovarsi all’ombra di Berlusconi in un Ppe monopolizzato in Italia dai populisti”.
Mar 05