Aggredire le sei maggiori emergenze (anche attraverso tavoli tematici e tecnici) e accelerare la fase di partenariato e concertazione in vista della scrittura del PSR 2014-2020: è questa la posizione che la delegazione della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, formata dal presidente Antonio Nisi e dal direttore Donato Distefano, ha illustrato ieri in un incontro con il neo direttore generale del Dipartimento Agricoltura Giovanni Oliva.
Le emergenze indicate riguardano, nello specifico, nel settore zootecnico il piano smaltimento reflui e l’adeguamento funzionale delle aziende (la Cia propone uno specifico Bando per venire incontro alle esigenze degli allevatori); la sburocratizzazione in materia di controlli con l’introduzione del Registro unico e di misure meno vessatorie; un tavolo tecnico-scientifico per interventi urgenti in campo fitosanitario (secondo la Cia un terzo del patrimonio arboreo e forestale è interessato da fitopatie, le ultime in ordine di tempo stanno colpendo gli oliveti); le garanzie per la campagna irrigua 2014; un tavolo sul credito per consentire il completamento di circa un migliaio di progetti dell’attuale Psr (la Cia chiede di mettere in moto gli strumenti Ismea); la chiusura rapida dell’emergenza alluvione del Metapontino con l’individuazione dei siti che possono produrre ulteriori danni per esondazioni e frane.
La delegazione della Cia ha espresso l’auspicio che la concertazione riavviata dall’Assessore Ottati e dal direttore Oliva possa produrre effetti a breve e medio termine sul mondo agricolo lucano. Si pensi – evidenzia la Cia – che solo il “mostro” della burocrazia negli ultimi dieci anni ha “divorato” migliaia di imprese agricole, costrette a chiudere per il peso opprimente dei tremendi costi e della farraginosità dei rapporti con la Pubblica amministrazione. Un dazio che per la singola azienda equivale a due euro per ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l’anno. Un “carico” asfissiante che costringe ogni imprenditore agricolo a produrre nei 365 giorni materiale burocratico cartaceo che, messo in fila, supera i 4 chilometri e ha un peso che sfiora i 25 chili. Non basta. Occorrono otto giorni al mese per riempire i documenti richiesti dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. In pratica, cento giorni l’anno. Un compito che difficilmente l’imprenditore agricolo può assolvere da solo e, quindi, nel 65 per cento dei casi è costretto ad assumere una persona che svolge questa attività o, per il restante 32 per cento, a rivolgersi a un professionista esterno, con oneri facilmente immaginabili.
Per la Cia, infine, la strategia del nuovo Psr deve ruotare intorno ad un maggiore protagonismo degli agricoltori coniugato sulla centralità di imprese, prodotto e territorio per rendere competitivo il “made in Basilicata”.
Mar 06