Riportiamo di seguito la nota inviata da Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata: “Per affrontare emergenza diabete non basta rivendicare attuazione legge regionale 9/2010”. Di seguito la nota integrale.
“Condividiamo le preoccupazioni del Presidente dell’Associazione Diabetici della Basilicata sullo stato di assistenza ai diabetici, di cui ci siamo occupati spesso nel corso della nostra attività con continue sollecitazioni oltre che attraverso proposte concrete ed operative rivolte al Dipartimento Sanità della Regione. A differenza dell’Aland però non pensiamo che la questione si risolva con una più puntuale o completa attuazione della LR 9/2010 che, come è testimoniato da quanto è avvenuto sinora, non è in grado di dare risposte all’utenza in continuo incremento. E’ il caso di ricordare che la legge, pur muovendo da obiettivi ampiamenti condivisibili come quelli di perseguire la migliore utilizzazione delle risorse disponibili e verificare la corrispondente efficacia dei criteri di erogazione delle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione della patologia della malattia diabetica adulta e pediatrica, ha finito per creare una pletora di organismi, peraltro con componenti di numero eccessivo, come per l’Osservatorio Regionale, la Commissione di Coordinamento Regionale, il Centro di Riferimento Regionale, i Comitati Tecnici Aziendali sino alle Unità Operative della Rete Diabetologica, riducendo la legge a norme di principio senza risvolti pratici. Quello che manca invece è un approccio complessivo e organico della problematica. Il rapporto International Diabetes Federation Diabetes Atlas 2013 ha fornito dati allarmanti: entro il 2035 i malati di diabete arriveranno a sfiorare “quota un miliardo”, con 592 milioni di persone con diabete e 471 milioni di soggetti con pre-diabete. E nel 2013 sono morte nel mondo 5,1 milioni di persone a causa del diabete, quasi 14 mila ogni giorno, 10 ogni minuto. Dati che devono far riflettere. Si tratta di prendere atto che l’incidenza delle persone con diabete anche nella nostra regione è in progressivo e continuo miglioramento e, nonostante la prima fase di lavoro dell’Osservatorio regionale sul diabete, la patologia in Basilicata registra punte molto alte, tra l’8% e il 10%. Tutto ciò mentre i tempi di attesa per una visita specialistica raggiungono anche un anno come si è occupata ripetutamente la stampa regionale a riprova che non è più tollerabile limitarsi ad “osservare”.
Continuiamo a chiederci allora perché la Regione Basilicata a differenza di tante altre non utilizzi le capacità professionali, l’organizzazione, l’eccellenza dei Centri privati accreditati ed accreditanti in diabetologia. L’ANISAP nell’ambito delle proposte presentate nella precedente legislatura regionale al Dipartimento Salute per la definizione dei criteri di erogazione delle prestazioni e dei controlli di congruità e per l’istituzione di protocolli terapeutici necessari alla definizione dei P.A.C. (Percorsi Assistenziali Complessi), oltre che per il diabete, anche per altre patologie quali ipertensione arteriosa, malattie dell’apparato cardiocircolatorio oculistica (cataratta e glaucoma), ecc., sostiene l’esigenza di accrescere l’attività sul territorio e di affiancare le strutture pubbliche con Centro esterni accreditati, sotto la programmazione strategica del pubblico. Ci sono strutture e professionalità sul territorio che rappresentano una valida integrazione/alternativa alle lunghe attese per visite specialistiche e prestazioni presso i servizi delle Aziende Sanitarie e quindi possono garantire maggiore attenzione ai cittadini. La rete regionale delle strutture erogatrici alla cui progettazione l’ANISAP, in rappresentanza della sanità privata accreditata, ha contribuito, sin dal 2007, anche in collaborazione con il Dipartimento Salute e con esponenti dell’A.O. S. Carlo di Potenza, per la sanità pubblica continua a rappresentare il traguardo da raggiungere per praticare nella sanità rigore e qualità, coniugare territorio ed efficienza e, soprattutto, per mettere la persona al centro del sistema sanitario regionale, praticando una più forte integrazione e sussidiarietà tra pubblico e privato. Le aspettative sono adesso riposte nella nuova Giunta Regionale e nel nuovo Assessore alla Salute perché non si accontentino di quanto già fatto o dei riconoscimenti ottenuti e sappiano individuare il percorso di nuova concertazione e cooperazione pubblico-privato per dare una risposta più capillare alla prevenzione e alla cura dei cittadini. Colmare il ritardo della politica nel nostro settore è la priorità assoluta: le realtà private accreditate – ad iniziare dalla diabetologia – potrebbero partecipare ai piani di recupero delle liste d’attesa con gestione delle agende da parte pubblica e grande soddisfazione per i cittadini”.