Finale Coppa Scirea 2008
Juventus – Sparta Praga 1-0 (p.t. 1-0)
Juventus: Bonassi, Scrivano, Raimondo (32′ st Farella), Benedetto, Di Dio, Caldarola, Marangone (34′ st Mariotti), Pramotton, Romaniello (6′ st Nicolini), Mirimin (39′ st Manolio), Santarsiero. All. Gentile. In panchina: Polimene, Cora, Alba.
Sparta Praga: Jungr, Brabec, Kucalas (1’st Cajic), Jerabek (1′ st P. Tomasek), Krch, Golovko, Kraus (1′ st Mac Hong Quan), Skalak (21′ st J. Tomasek), Krejci (31′ st Zelenka), Kaderabek, Fridek (1′ st Machan). All. Janousek. In panchina: Vavruska.
Arbitro: Santarsia di Matera. Assistenti: Capolupo Eustachio e Capolupo Marco. Quarto ufficiale: Schiuma.
Rete: pt 41′ Mirimin.
Corner: 3-2 per lo Sparta Praga.
Ammoniti: Bonassi per la Juve e Golovko per lo Sparta Praga.
Note: spettatori 6000 circa.
Prima della gara hanno salutato il pubblico da bordo campo l’ex difensore della Juventus Sergio Brio e l’attuale difensore della Juventus Nicola Legrottaglie, già protagonista nella Coppa Scirea come calciatore del Bari U16 e poi ritornato in occasione dell’edizione 2004 come atleta della Juventus. Durante l’intervallo show della cantante brasiliana Brunna.
Matera – Dopo quella di Sebastian Giovinco nel 2003, ecco brillare la stella di Fabio Mirimin nel 2008. La nostra Coppa Scirea continua a mettere in mostra i giovani talenti del calcio italiano. Piccoli campioni, grandi emozioni. Abbiamo coniato questo slogan e crediamo che sia quello più adatto per questo torneo che proprio quest’anno è tornato ad assumere una dimensione intercontinentale grazie alla presenza dei canadesi di Toronto. Fabio Mirimin fa impazzire anche la difesa dello Sparta Praga e la Juve può alzare per la seconda volta la Coppa Gaetano Scirea, quella che ricorda il grande campione bianconero e della nazionale italiana (nella foto il capitano Di Dio con la Coppa Scirea). Vince la Juve ed è la sorpresa più bella della dodicesima edizione del torneo intercontinentale under 16 organizzato nella città dei Sassi. Un successo amplificato dal fatto che la squadra di Gianluigi Gentile ha battuto la squadra favorita dagli addetti ai lavori per la vittoria finale. Lo Sparta Praga ha espresso un calcio piacevole ed elegante ma nel calcio conta chi mette la palla dentro e nella gara decisiva i ragazzi della Repubblica Ceca sono rimasti a bocca asciutta. Merito della difesa juventina, pronta a chiudere in difesa tutti i tentativi della formazione granata. E’ la fanfara dei bersaglieri a suonare i due inni nazionali, prima quello della Repubblica Ceca e poi quello di Mameli. Poi il primo calcio d’inizio, affidato alla Juventus. E’ lo Sparta a ricamare nei primi venti minuti ma la squadra ceca a spaventare Bonassi sugli sviluppi del terzo corner battuto da Krejci: Krch stacca di testa ma il pallone finisce alto sulla traversa. La squadra di Janousek ci riprova con il temibile Kreici due minuti più tardi: fuga sulla sinistra e diagonale incrociato che finisce fuori di pochi centimetri alla sinistra di Bonassi. La posta in palio è molto alta ma è la Juve la squadra più contratta dei primi venti minuti. Gentile inverte gli esterni e la Juve comincia a carburare proprio quando Marangone agisce a sinistra e Romaniello si sposta a destra. Tutti i palloni decisivi passano dai piedi di Mirimin ma il gioiello di casa Juve non ripete al 32° la prodezza di Laterza che aveva messo in ginocchio il Bari. La squadra bianconera in ogni caso cresce e riesce a contenere bene il gioco più manovrato dello Sparta. L’allarme in casa ceca scatta quando Marangone trova lo spazio per sfondare da sinistra, chiude il triangolo con Romaniello e colpisce il primo palo da posizione angolata, la palla ritorna in area sui piedi di Romaniello ma il centravanti lucano della Juve non centra il bersaglio con Jungr fuori causa. Quando scatta il primo dei tre minuti di recupero ecco la quarta perla di Fabio Mirimin: lancio verticale da centrocampo di Pramotton diretto proprio verso il numero dieci bianconero e Mirimin regala al pubblico un numero di alta classe: il fantasista spalle alla porta accarezza il pallone per saltare Brabec con un tocco imprevedibile e poi fulmina Jungr, in campo al posto del titolare Vavruska, alla sua destra. Mirimin come Del Piero anche per festeggiare la sua magia: lingua da fuori e ditino sulla testa per esorcizzare il Toro, eterno rivale dei bianconeri. 1-0 e Sparta che deve rimandare la riscossa ai quaranta minuti della ripresa. Il secondo tempo parte con quattro cambi nello Sparta Praga. Mister Janousek richiama Kucalas, Jerabek, Kraus e Fridek per far giocare Machac, Pavel Tomasek, Cajic e il giocatore di origine vietamita Mac Hong Quan. Ma lo Sparta è irriconoscibile. La Juve non corre rischi e Gentile dopo sei minuti rafforza il centrocampo con Nicolini al posto del centravanti Romaniello, lucano doc originario di Acerenza. Lo Sparta non fa male e allora è la Juve a provarci con Pramotton dal limite dell’area: Jungr blocca con sicurezza. Il primo vero attacco dello Sparta arriva a 19′ dalla fine: Kaderabek guadagna e batte il terzo corner dello Sparta, Di Dio anticipa lo stacco di Krejci. Lo Sparta non incanta e mister Janousek richiama proprio il bomber più atteso, Jiri Skalak. La Juve si chiude bene e sfrutta l’arma del contropiede, tanto cara alle squadre bianconere allenate da Trapattoni: proprio una ripartenza favorisce il dialogo tra Scrivano e Nicolini, il cross di Scrivano è buono per Pramotton ma la palla finisce fuori alla destra di Jungr. Alla mezz’ora esatta scatta il forcing dello Sparta Praga. Krejci raccoglie in area di rigore lo spunto di Macha ma il tiro del centravanti granata non trova la porta di Bonassi. E’ l’ultima chance per lui. Janousek lo sostituisce con Zelenka. Al 38′ nuovo scatto in contropiede di Mirimin sulla sinistra: lo stile del dribbling ricorda le giocate deliziose di Del Piero ma dopo aver cercato un numero si accentra e calcia alto sopra l’incrocio dei pali alla sinistra di Jungr. Nel primo dei quattro minuti di recupero lo Sparta fa tremare la porta di Bonassi con Joseph Tomasek: il pallone non trova comunque lo specchio della porta bianconera. Ultimo brivido al 42′: punizione lunga di Golovco e colpo di testa di Krch bloccato da Bonassi. La Juve vince la dodicesima edizione della Coppa Scirea e sull’erba del XXI Settembre scatta la festa bianconera, applaudita dai tantissimi tifosi della Vecchia Signora presenti sugli spalti. Oltre sei mila spettatori per una gara il trofeo con il falco grillaio. La Coppa Scirea si tinge per la seconda volta di bianco e di nero, i colori che amava e indossava Gaetano Scirea.
A fine partita tocca al capitano Di Dio alzare la Coppa al cielo, colorato dai fragorosi fuochi d’artificio e dai coriandoli sparati in alto. Mirimin raggiunge Skalak e può festeggiare due volte: la vittoria del torneo e il primato in condominio nella classifca marcatori. “Dedico la vittoria a me stesso…” La speranza è di vederlo presto emulare le gesta di un grande campione come Alex Del Piero.
L’allenatore della Juve è commosso: dopo quattro tentativi e due finali perse (contro Partizan e Napoli) è arrivata finalmente la vittoria. “Dedico questo successo a Riccardo e a Mariella Scirea. Sono commosso perchè questo torneo diventa sempre più bello e sono felice di aver finalmente conquistato questo trofeo prestigioso”.
Pagina a cura di Michele Capolupo
Nella foto in basso il capitano della Juve Di Dio premiato dal presidente della Datacontact Angelo Tosto.