Pur non disponendo di un centro congressi di dimensioni e standard internazionali la Città di Matera ha tutte le “carte” per presentarsi come “città d’arte congressuale” con sale e strutture che valorizzano immobili di pregio dei Sassi e del centro storico. E’ la proposta del Centro Studi Turistici Thalia sulla base delle indicazioni della settima convention nazionale di Federcongressi, in corso a Venezia, che ha evidenziato come l’industria dei congressi, in Italia, non conosce crisi. Il pil congressuale, in Italia, ammonta a 15 miliardi e 88 milioni di euro. Il settore dà lavoro a 287.741 persone, di cui 190.125 dipendenti a tempo pieno e 97.616 professionisti autonomi, e che ha aumentato di 97 milioni di euro la produzione delle aziende agricole, di 3,65 miliardi quella delle aziende industriali, di 6,9 miliardi quella degli alberghi e di 4,9 miliardi quella dei ristoranti.
Senza pensare di imitare il sistema di turismo congressuale del Veneto, prima regione italiana nel settore dell’ospitalità, che nel corso del 2013 ha visto ulteriormente crescere gli arrivi, che sfiorano ormai i 16 milioni – secondo il segretario del C.S. Thalia Arturo Giglio – lavorare ad un “convention bureau”, un soggetto cioè che funga da interfaccia fra domanda ed offerta, è sicuramente utile ad intercettare una domanda di attività ed eventi che attualmente solo in minima parte scelgono Matera. Una spinta viene dal progetto nazionale per il rilancio della meeting industry italiana presentato da tutte le associazioni di categoria, che vede Federcongressi&eventi compartecipe con Enit, Regioni, Confturismo-Confcommercio, Federturismo-Confindustria, Confesercenti-Assoturismo. Il progetto è contenuto in un documento programmatico sul rilancio della meeting industry italiana, che secondo le associazioni di categoria coniuga al meglio le azioni delle istituzioni e degli operatori e che è incentrato sulla costituzione di un convention bureau nazionale. La struttura dovrebbe comporsi di un’aggregazione di operatori privati promossa da tutte le associazioni imprenditoriali. L’organismo si dovrà dotare di un modello organizzativo flessibile che agirà in stretto coordinamento con (e con la legittimazione di) Enit, con le regioni e con tutte le strutture di pertinenza, primi fra tutti i convention bureau territoriali. Tra quest’ultimi – conclude Giglio – è utile candidare Matera con le sue peculiari caratteristiche creando una cabina di regia con imprese e associazioni di categoria, per individuare strategie utili ad aprire le porte del territorio, puntando sul dato di forza: il posizionamento della città nel panorama mondiale è considerato “ottimo”. E’ ovvio che il target degli eventi nazionali ed internazionali va calibrato sull’offerta ricettiva materana. Una spinta in più a sostegno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.