“Per fortuna c’è ancora chi in Italia prova a dare continuità storica al popolarismo italiano in Europa”. Lo ha detto Angelo Sanza (Cd) commentando il documento approvato unitariamente dai Popolari per L’Italia di Mauro e Dellai e dal Centro Democratico di Tabacci.
“E’ in atto in Italia una pericolosa degenerazione politico-culturale in chiave europea. Il Paese politico è pervaso da uno strabismo che si disperde nei maggiori partiti italiani. Tanti ex-socialisti che ora hanno scelto di stare con Forza Italia e si sono impossessati del PPE che in Italia è, ahimè, più populista che popolare. E tanti popolari della prima ora sono purtroppo ostaggio delle ultime scelte di Renzi per un Pd europeo nel PSE”. “Bene hanno fatto Mauro, Dellai e Tabacci a cogliere l’occasione delle elezioni europee per dar vita ad un profondo dibattito che chiarisca i temi più caldi dell’agenda europea nel rispetto delle proprie culture e fuori da ogni sorta di mistificazione”. “E’ ora di superare opportunismi di comodo – continua Sanza – per recuperare le radici di quelle culture politiche che si battono con trasparenza per una comune visione dell’Europa del domani. Questo sforzo di coesione in chiave europea, potrebbe essere l’avvio di un progetto più ambizioso teso a guardare anche alle elezioni amministrative e regionali di questa tarda primavera”.
“I rappresentanti del “Centro Democratico” e dei “Popolari per l’Italia” – aggiunge – ritengono necessario promuovere un processo di ricomposizione politica e culturale partendo da se stessi ma con la massima apertura nei confronti di forze politiche e movimenti con comune ispirazione, nell’intento di rilanciare le due grandi culture politiche che tanto hanno dato alla costruzione dell’Italia repubblicana e dell’Europa comunitaria: quella del cattolicesimo politico e quella del pensiero liberal-democratico. Negli ultimi 20 anni queste due culture o si sono ridotte al lumicino o sono state svillaneggiate e stravolte da un leaderismo incompatibile con la natura democratica del pensiero politico dei cattolici democratici e del liberalismo.
Il risultato – è scritto nel documento – è che proprio in una fase storia storica di mutamenti senza precedenti che esigerebbe una politica dai forti profili valoriali e dalla visione di lungo periodo, essa si è invece progressivamente banalizzata e la partecipazione dei cittadini si è trasformata in tifoseria o in distacco. Il “Centro Democratico” e i “Popolari per l’Italia”, che affondano le proprie radici in entrambe le culture richiamate, ritengono urgente una nuova fase costituente che unisca quanti ad essi fanno riferimento e decidono di convocare in riunione congiunta, nei prossimi giorni, i propri organismi e i rispettivi parlamentari, per offrire, ad un’Italia ancora immersa in una lunga e difficile transizione politica e istituzionale, un percorso nuovo fatto di cultura politica, di democrazia interna e di collegialità a tutti i livelli decisionali, nazionale e territoriale. In vista delle imminenti elezioni europee, “Centro Democratico” e “Popolari per l’Italia” – conclude il documento – ripropongono l’idea di una lista di larga aggregazione e di forte ispirazione europeista e antipopulista, nella quale possano riconoscersi tutti i partiti della attuale maggioranza di governo che si richiamano alle famiglie europee dei Popolari e dei Liberal-democratici”.