Illustrate dal già presidente della quinta Commissione consiliare permanente i risultati dell’indagine conoscitiva sulle cause che in Basilicata concorrono ad alimentare i fenomeni alluvionali e in particolare le piene fluviali
Riunione congiunta, oggi pomeriggio, della seconda e terza Commissione consiliare permanente (Bilancio e Programmazione – Attività Produttive), presiedute rispettivamente da Gianni Rosa (Lb-Fdi) e Francesco Pietrantuono (Psi) per ascoltare dal già presidente della quinta Commissione consiliare, Michele Napoli, i risultati dell’indagine conoscitiva sulle cause che in Basilicata concorrono ad alimentare i fenomeni alluvionali e in particolare le piene fluviali.
Si ricorda che nella scorsa legislatura il Consiglio regionale della Basilicata, nella seduta del 15 marzo 2011, approvò la delibera n.106 contenente una risoluzione con la quale, a seguito degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dagli ultimi mesi del 2010 e culminati nel marzo 2011, oltre ad impegnare il Governo regionale ad adottare tutte le indispensabili misure volte alla riparazione dei danni causati e a scongiurare nuovi disastri, affidava alla quinta Commissione consiliare permanente, presieduta da Michele Napoli, una indagine conoscitiva sui fenomeni alluvionali verificatisi in Basilicata.
Napoli dopo aver illustrato le varie attività poste in essere dalla quinta Commissione consiliare al fine di indagare sulle cause del disastro idrogeologico (audizioni degli assessori regionali competenti, dei presidenti dei Consorzi di Bonifica e dell’Autorità di Bacino, del Commissario dell’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, dei sindaci del Metapontino, di esperti nel settore degli inerti fluviali, e acquisizione di documentazione), ha ragguagliato i commissari su ciò che è emerso dall’indagine. “La superficie interessata dagli eventi alluvionali – ha ricordato Napoli – ha riguardato circa 500 chilometri quadrati ricomprendendo l’intera fascia ionica (comuni di Bernalda e Metaponto) ed un terzo delle zone della Collina Materana, in particolare Montescaglioso, Ferrandina, Montalbano Jonico e Tursi. Innumerevoli i dissesti idrogeologici verificatisi con compromissione soprattutto delle infrastrutture viarie e i danni alle attività produttive e agli insediamenti agricoli, in particolare alle aziende zootecniche”.
“E’ mancata una seria attività di manutenzione delle opere di bonifica e degli alvei fluviali – ha precisato Napoli – che hanno aggravato le situazioni di piena per le conseguenti esondazioni. L’azione di manutenzione degli habitat fluviali avrebbe potuto trarre beneficio da una ponderata e controllata estrazione degli inerti fluviali attraverso opportune concessioni alle imprese del settore. La mancanza dei piani di laminazione, richiamata a più riprese dalle competenti amministrazioni – ha aggiunto – ha aggravato la situazione in quanto attraverso le azioni previste dagli stessi piani si sarebbe potuto se non evitare, quantomeno attenuare il disastro. Inoltre un maggiore coordinamento tra le varie autorità aventi competenza in materia idrica e di protezione civile, avrebbe contribuito alla mitigazione dei danni. La presenza delle grandi infrastrutture lineari come la Ss 106 e la Ferrovia dello Stato ha contribuito ad ostacolare il deflusso in mare della piena”.
Napoli ha poi ribadito che la Commissione da lui presieduta ha ritenuto invitare le amministrazioni competenti, in primis la Regione Basilicata, a mettere in atto ogni azione necessaria a prevenire ulteriori disastri. Azione che non può prescindere da un più stretto coordinamento tra gli enti e gli organismi interessati. “Gli straordinari cambiamenti climatici degli ultimi anni – ha evidenziato Napoli – fanno temere per il futuro, occorre quindi mettere in atto quelle azioni necessarie a scongiurare il ripetersi di situazioni di pericolo. La Regione deve porre in essere tutti i provvedimenti di sua competenza volti alla adozione dei piani di laminazione, l’individuazione di casse di espansione o comunque di aree di laminazione. C’è la necessità di procedere ad un’opera di sistematica pulizia degli alvei dei fiumi, anche con prelievo di inerti ove necessario, per il ripristino del normale deflusso delle acque e va fatta una rivisitazione delle dimensioni degli argini fluviali nei tratti medi e bassi. Un’attenzione particolare va data alla interferenza delle grandi infrastrutture lineari (Ss 106 e Ferrovia) con gli ambiti fluviali. Va fatta – ha concluso Napoli – una costante ed attenta sorveglianza del territorio per evitare il proliferare di ulteriori insediamenti abitativi, industriali ed agricoli in zone soggette a periodiche inondazioni e procedere, per quanto possibile, alla delocalizzazione di quelli già realizzati”.
Gli organismi consiliari, dopo il dibattito che ha visto gli interventi dei consiglieri Giuzio, Robortella e Miranda Castelgrande (Pd), Mollica (Udc), Perrino e Leggieri (M5s), Romaniello (Sel), Benedetto (Cd) e Rosa (Lb-Fdi) hanno deciso di ritrasmette i risultati dell’indagine alla Giunta regionale al fine di mettere in campo quelle azioni necessarie per evitare il ripetersi dei fenomeni alluvionali.
Presenti ai lavori delle Commissioni, oltre ai presidenti Gianni Rosa (Lb-Fdi) e Francesco Pietrantuono (Psi), i consiglieri Luigi Bradascio (Pp), Giovanni Perrino e Gianni Leggieri (M5s), Francesco Mollica (Udc), Aurelio Pace (Gruppo misto), Vito Giuzio, Carmine Miranda Castelgrande e Vincenzo Robortella (Pd), Michele Napoli (Pdl-Fi), Paolo Galante (Ri), Giannino Romaniello (Sel) e Nicola Benedetto (Cd).