Nel mondo dello spettacolo (non solo italiano) c’è un fenomeno che non conosce crisi. E’ quello delle tribute band. Basta dare uno sguardo veloce alle programmazioni dei locali dove si suona dal vivo o ai cartelloni di eventi di piazza per capire l’importanza del fenomeno. Apprezzate dal pubblico – e di conseguenza gli organizzatori – disprezzate dagli altri musicisti e dai puristi della musica, questo è un canale parallelo e trasversale della scena musicale, di ogni genere, che merita attenzione. Anche nei cosiddetti talent show l’interpretazione di scontatissimi successi del passato è un must, davvero difficile immaginare milioni di italiani incollati di fronte allo schermo se ci fossero solo inediti. Mediamente le cover band restituiscono “un prodotto vero”, traducibile molto spesso in un successo in piena regola, al punto che, alcune di esse, sono riconosciute ufficialmente dal gruppo originario, con tanto di investitura ufficiale.
Mario Bellitti, patron del Festival di Potenza, è impegnato a scegliere e quindi selezionare quali tribute band rispondono a specifiche caratteristiche artistiche da “meritare” l’inclusione nel proprio cast artistico per la stagione 2014. E’ il caso de “Il mio canto libero – Tribute Lucio Battisti. I grandi successi di Lucio Battisti interpretati da una band di 6 musicisti: Raffaele Giuliano (Tastiera e Voce), Leo Franco Giuliano (Chitarra e Voce), Daniele Giuliano (Batteria), Cinzia Giuliano (Violino e voce), Domenico Antonio Pascuzzo (basso), Pino Guerra (Voce), Vincenzo D’Orsi (Percussioni). Vogliamo proporre buona musica attraverso la reinterpretazione o il rifacimento di canzoni di grandi artisti con il risultato – sostiene Bellitti – di offrire emozioni e sensazioni molto simili a quelle che si provano partecipando a concerti dei grandi artisti. Quanto alla differenza tra interpretazione e cover non è facile da spiegare: in genere quando un musicista interpreta un brano considerato un classico della musica eseguito innumerevoli volte si esita ad usare il termine cover (si parla in questo caso piuttosto di interpretazione). Il termine cover è invece maggiormente utilizzato per indicare la reinterpretazione di brani relativamente recenti (come nel caso delle ”cover band” e delle tribute band, gruppi musicali che interpretano solo canzoni note scritte da altri).
Per Bellitti la riuscita dello spettacolo de “Il mio canto libero” è nel ritrasmettere le emozioni della musica e delle parole di Battisti con una formula originale di interpretazione. L’impatto scenico e di palco ha indubbiamente il suo peso e noi – spiegano i componenti della band – abbiamo sempre cercato, soprattutto negli eventi, di curare ogni minimo dettaglio senza rinunciare all’originalità e al nostro modo di interpretare Battisti e i suoi messaggi universali. La migliore prova della riuscita è quando durante il concerto diverse generazioni, giovani e meno giovani, ci accompagnano con il ritornello delle canzoni che un po’ tutti conoscono a memoria e ci incoraggiano con l’applauso.