“Alcune persone lavorano per guadagnarsi da vivere. Altre lavorano per fare qualcosa di significativo per sè e per la comunità. E’ quanto mai evidente che queste due motivazioni oggi stentino a coesistere nello stesso lavoro”. UnMonastery è una risposta ambiziosa e radicale a questa sfida. E intorno a questa sfida si sono riuniti a Matera, nel complesso del Casale, hacker, artisti, designer, sviluppatori. Dai primi giorni di febbraio vivono a Matera, tutti insieme, in alcuni spazi del complesso del Casale appositamente risistemato dal Comune di Matera per destinare questi luoghi a residenze artistiche. Sono arrivati da tutto il mondo per realizzare alcuni progetti insieme alla comunità locale. Progetti utili al territorio, dalla ideazione di nuovi itinerari turistici alla realizzazione di brevetti riguardanti l’energia alternativa, dalle nuove modalità di utilizzo del wi-fi aperto alla nuova organizzazione di servizi sociali. Idee che in questi quattro mesi di residenza a Matera diventeranno concrete. In questi giorni stanno lavorando con la comunità per condividere questo cammino. E ieri hanno aperto le porte delle loro stanze, dei loro studi, della loro cucina per raccontare e condividere questo percorso. Sono arrivati un po’ da tutto il mondo senza conoscersi prima. E ora sono tutti insieme in questo viaggio, per sperimentare questo nuovo modello di innovazione sociale, progetto pilota del cammino di Matera verso la candidatura a capitale europea della cultura per il 2019.
La mattina è iniziata con una visita a sorpresa di Fabrizio Barca, ex ministro alla Coesione territoriale, che accompagnato da Paolo Verri, direttore del Comitato Matera 2019, e da Rossella Tarantino, responsabile delle relazioni internazionali, ha espresso parole di apprezzamento per la capacità innovativa di questo progetto.
Intorno alle 10.30 è stata issata la bandiera dell’unMonastery che ha dato il via alla missione per esplorare e mappare fermate e tragitti degli autobus di Matera in maniera aperta su OpenStreetMap. Dopo il pranzo collettivo la presentazione dei progetti.
Come quello di Elf Pavlik che da alcuni anni vive senza toccare denaro. Offre servizi altamente tecnologici e viene ricambiato con servizi in una sorta di baratto post moderno. A Matera, intende implementare con i cittadini un rete Wireless Mesh co-gestita localmente. E poi c’è Lucia Caistor-Arendar che vuole sviluppare uno strumento di mappatura delle risorse che faciliti le nonMonache ad integrarle nei propri progetti e a renderle visibili. Questo avverrà anche tramite passeggiate “etnografiche” assieme ai cittadini di Matera. “La condivisione con il territorio è la base indispensabile di lavoro”, afferma Rita Orlando, architetto materano che coordina tutto il progetto. A Matera è arrivata anche Katalin Hausel per realizzare una “unGuide”, un nuovo percorso turistico capace di travalicare quelli classici, spesso limitati ai Sassi, permettendo di dare visibilità alle parti meno conosciute della città e integrando la storia della relazione fra unMonastery e Matera.
C’è anche David Bovil a Matera per dare vita a Radio unMonastery e al Festival of Growing (Festival della Crescita). Tramite la Radio creerà il contesto e le connessioni per co-creare a Matera a un Festival innovativo e sostenibile per il coinvolgimento e la crescita dei giovani, aprendo anche sinergie con altre iniziative simili in tutto il mondo.
Sono solo alcuni dei progetti presentati alla cittadinanza nel corso della giornata. Ovviamente tutto rigorosamente documentato così come avviene ogni giorno. Bembo Davies il custode dei riti e lo scriba: Bembo raccoglierà e promuoverà le ritualità emergenti dalla vita in comune delle nonMonache e dal loro dialogo con la città; inoltre continuerà a documentare la storia del progetto unMonastery.
La giornata si è conclusa con una cena collettiva e tutti si sono riuniti nel Grande Cerchio di Chiusura, consolidato rituale dell’unMonastery.
Alla giornata hanno partecipato in tempi diversi circa duecento persone, non solo materani.