Franco Vespe ha inviato alla nostra redazione alcune riflessioni sulla politica italiana a seguito della conferenza tenuta a Matera da Goffredo Bettini in occasione della presentazione del suo libro “Un sentimento tenace” dedicato a Pietro Ingrao. Di seguito la nota integrale.
“Un Sntimento Alcuni giorni fa ho assistito ad una conferenza tenuta da Goffredo Bettini organizzata da un’associazione culturale presieduta da Santochirico. Presentava il suo libro che riportava il fitto ed intenso scambio epistolare avuto con Ingrao anche nel recente passato. Ingrao, per chi non lo conoscesse, è stato uno dei padri eroici del PCI italiano e del nostro paese. Negli anni 80 è stato anche presidente della Camera (la vecchia DC concedeva questo onore a quei tempi ai partiti di opposizione). Dobbiamo in verità anche spiegare chi è Goffredo Bettini. Negli ultimi tempi ha supportato la “corrente Veltroniana”, la più laica, aperta alle contaminazioni culturali più audaci ed è membro attualmente della Direzione del PD. Un ex-sindaco, che segue i miei sproloqui letterari, sedutosi al mio fianco, mi ha commissionato con i suoi soliti modi brutali ed ultimativi, un articolo su questa visita…ed io…eccomi qui ad obbedire! Mi ha sorpreso molto (positivamente) ritrovare in Bettini un propugnatore convinto di quegli argomenti propri della tradizione e della cultura del personalismo cristiano che oggi mi aspetterei che siano altri gruppi a propagare. Sicuramente il frutto delle frequentazioni con Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti, ai suoi tempi presidenti della mia FUCI ed oggi anch’essi parte dell’entourage di Veltroni. Una cultura che ha informato profondamente la scrittura della costituzione italiana. La sua forza è stata quella di mettere al centro della politica e dell’azione dell’uomo la salvaguardia della persona umana in quanto luogo della coscienza e nodo di relazioni sociali. La vecchia e stanca europa ha smesso di dilaniarsi proprio mettendo al centro non modelli di società perfette, ma i diritti civili sociali, economici e culturali della persona. Proprio su questo punto Bettini ha innestato la sua relazione e dato il suo messaggio più significativo. La politica ha il grande compito oggi di connettere le tante solitudini e le tante povertà presenti nel nostro paese. Una connessione in rete importante perché, proprio partendo dall’umanesimo cristiano e socialista Post Bad-Godesborg (un umanesimo comunista non è mai esistito! E’ una contraddizione in termini…..) Questa connessione ci trasforma da individui in persone. Proprio da queste connessioni nasce e si nutre la democrazia. Deve essere proprio questa l’emergenza primaria della politica oggi. Purtroppo Bettini ha glissato o non ha voluto rispondere ad una domanda intelligente ed acuta di Follia (il giornalista) quando gli ha chiesto pressappoco così: se nel 900 i nemici della persona sono state ideologie Hegeliane: Comunismi e Fascismi; oggi chi è il suo nuovo nemico? Che peccato non aver risposto! Per esempio avrebbe potuto parlare di quei processi di globalizzazione dettata dagli interessi miopi ed anti-umani delle multinazionali che attraverso i potentissimi strumenti culturali della pubblicità stanno lavorando per omologare con bisogni indotti e modelli massificanti gli stili di vita delle persone al fine di favorire produzioni di beni su vasta scala da vendere ai pinguini dell’antartide come agli eschimesi dl polo nord; ai polinesiani così come al rampante “WASPS” di Wall Street. Strumenti che stanno dissipando e spazzando via ogni risorsa sociale, culturale e storica dei popoli della terra pur di poter vendere la Coca cola in ogni suo angolo. Combattere quella globalizzazione dell’indifferenza di cui parla tanto Papa Francesco, che è il giardino post-atomico di quella devastazione culturale prodotta dall’omologazione consumistica di cui parlavamo. Peccato che Bettini non abbia saputo raccogliere adeguatamente l’assist. Ha preferito invece perdersi nei labirinti aneddotici della sua amicizia con Ingrao sicuramente molto suggestivi e di presa comunicativa con il pubblico . L’unica vera nota stonata è stato l’inno alla mediocrità che alla fine si è lasciato sfuggire. Ha praticamente stigmatizzato l’enfasi che si sta dando oggi al merito ed alla competenza. Un’enfasi che a suo dire rischia di umiliare chi meriti e competenze non hanno! Ma allora non hai compreso benedetto figliuolo che oggi in questo meraviglioso e maledettissimo paese che si chiama Italia, ad essere profondamente umiliato e vilipeso è proprio il merito e la competenza in virtù di un cocktail devastante fra una malinterpretata cultura egalitarista e la struttura corporativistica della nostra società. Benedetto Goffredo ma non ti sei accorto che i nostri migliori giovani prendono la via dell’esilio? Non hai compreso benedetto Goffredo che merito e competenza oggi stanno troppo cedendo il passo alla fedeltà nel leader, al tasso di attivismo o all’adesione alla massoneria ? Questa cosa può andar pure bene fra di noi (ma non va bene!), ma quando pretendiamo di valere maggiormente in Europa o, quel che è più grottesco, competere ed essere parte di quei processi di progresso e di sviluppo mondiale, diventiamo davvero ridicoli quando a rappresentare il nostro paese in campo scientifico ci mandiamo un laureato in scienze politiche, in campo giudiziario un laureato in astronomia, in campo medico una segretaria d’azienda e chi più ne ha più ne metta! Non se ne può davvero proprio più!! Da questa malattia purtroppo non è esente nemmeno un movimento rivoluzionario come il M5S. Come spiegare altrimenti le dolorose espulsioni che stanno avvenendo per….difetto di ortodossia! E qui perdonatemi ma faccio come l’incazzatore personalizzato di “Made in Sud”: “m’aggia sfugà in coppa a sta cosa!”… anche se mi spegnete l’audio.
Franco Vespe