Pio Abiusi a nome dell’Associazione Ambiente e legalità torna ad occuparsi della discarica di La Martella.
Di seguito la nota integrale.
Una discarica in cerca di autori.
Sul sito della Regione Basilicata è apparso da alcuni giorni il progetto per il rinnovo dell’AIA ed Incremento volumetrico relativo alla Piattaforma integrata gestione rifiuti urbani in loc. La Martella nel Comune di Matera. E’ apparso , pare, ad insaputa dell’ufficio Compatibilità Ambientale del dipartimento Ambiente tanto è che la documentazione è incompleta e manca pure la individuazione dei progettisti, non si conoscono gli autori. Siamo all’operetta. Parlando seriamente come noi usiamo fare, quelle quattro carte non servono a nulla e non sono sufficienti per iniziare un processo utile a convocare un conferenza di servizio e neppure a presentare osservazioni. Se c’è volontà di fare qualcosa si proceda a regolarizzare il tutto. Cogliamo l’occasione per soffermarci ancora su quella discarica che è tale nel vero senso della parola: un buco dove si butta un po’ di tutto e poi “io speriamo che me la cavi”. E’ trascorso un anno da quando l’Arpab dispose alcune verifiche all’acqua di falda di alcuni piezomertri e rilevò valori sopra soglia di contaminazione, ha provveduto ad informare chi di competenza , stessa cosa ha fatto l’amm.ne provinciale ed il competente ufficio della Regione Basilicata che ebbe a dire: Per quanto riguarda i procedimenti di caratterizzazione e bonifica previsti a seguito di una possibile contaminazione gli stessi sono di competenza del Comune. Nel caso specifico, in cui il Comune è anche proprietario dell’impianto, sono di competenza dello stesso anche gli interventi di prevenzione, messa in sicurezza, caratterizzazione ed eventuale bonifica dell’area. La dichiarazione risale al 13-5-13. Non ci soffermiamo sul fatto che siamo in presenza di una AIA scaduta oramai da 27 mesi e l’impianto continua a funzionare perchè prima che lo dicano altri, lo diciamo noi che può farlo , lo prevedono le norme, aggiungiamo solo che ogni cosa deve pur avere un suo limite dettato dal buon senso.
I poteri dello Stato si esercitano su tutto il suo territorio, Matera è forse altro? Quei processi di caratterizzazione e bonifica sono rimasti fermi anche se l’art 242 del d.lgs 152/06 prevede che il responsabile dell’inquinamento deve mettere in opera entro ventiquattro ore le misure atte a prevenire e poi a bonificare. Crediamo che le 24 ore siano trascorse e che il 152/06 sia legge dello Stato e che non siamo ancora in Banania.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e legalità