La scelta di cinque “contenitori” simbolo del patrimonio archeologico lucano (Venosa, Grumento Nova, Tricarico, Metaponto e Policoro) per le Giornate di Primavera, lo storico appuntamento del FAI, giunto quest’anno alla sua 22ma edizione, rilancia il turismo archeologico che da “settore di nicchia” di quello culturale più ampio è in crescita ed ha ancora grandi potenzialità di sviluppo, specie in Basilicata. A sottolinearlo è il segretario del Centro Studi Turistici Thalia Arturo Giglio.
Ma quanto vale e come cambia il turismo archeologico secondo gli ultimi dati ufficiali 2012?. Legati ai soli beni culturali statali, in Italia, si contano 36,4 milioni di visitatori per oltre 113 milioni di euro di introiti. L’incremento negli ultimi dieci anni è stato del 23% per i flussi e di ben il 40% per gli introiti. In questo quadro, le aree archeologiche pesano per il 50,3% dei visitatori e per il 28,8% degli introiti. Il dato più significativo si riferisce, però, ai circuiti che, dal 2001 al 2012, hanno registrato la crescita più significativa pari a un +118,5% per le visite, pari a oltre 8 milioni di visitatori, e addirittura un + 158,7% per gli introiti, pari a 50 milioni di euro.
I circuiti – commenta il C.S. Thalia – sono, dunque, la tipologia più dinamica in grado anche di generare una considerevole quota di introiti che, per il 2012, risulta essere pari al 44% del totale. Il successo dei circuiti conferma l’importanza di un’offerta integrata non solo tra le attrazioni in sé ma anche con il territorio e gli altri servizi di ospitalità. Cresce, infine, l’importanza di offrire un’esperienza coinvolgente e memorabile al turista soprattutto in senso emotivo ed intellettuale oltre che ricreativo. Chiaramente, diventa fondamentale l’utilizzo delle nuove tecnologie. Strumenti tecnologici utili non solo a facilitare la fruizione ma anche a sviluppare la narrazione e la capacità evocativa e, dunque, potenziale l’”immersione” del turista nella dimensione storica e culturale del bene visitato.
I Parchi Archeologici, specie se presentano aspetti innovativi rispetto a quelli “tradizionali” e soprattutto se gestiti da società miste pubblico-privato – a parere del C.S. Thalia – possono diventare in Basilicata uno strumento di sviluppo socio economico e di valorizzazione del territorio e delle risorse culturali, al punto da rappresentare un’opportunità di crescita dell’economia locale e di nuova occupazione. In sostanza le identità di un territorio possono essere valorizzate attraverso le archeologie (dell’ambiente, della produzione, sperimentale), determinando una nuova offerta culturale.
Un esempio concreto è la sfida dell’ArcheoParco del Basileus e dell’ArcheoLab di Baragiano che si arricchisce di una nuova offerta, l’archeogame-il mistero dei simboli perduti. I punti di forza per lo sviluppo del settore sono: valenze scientifiche, valore storico-culturale, unicità dell’attrattiva per turisti, location di pregio. Le debolezze: l’isolamento territoriale e le scarse risorse. L’obiettivo è la “trasformazione” del consumatore-turista in senso emotivo, fisico, intellettuale. Ci sono le condizioni per sperimentare nuove forme di accoglienza dell’archeoturista – conclude Giglio – proprio a partire dalle Giornate di Primavera di questo fine settimana. Non sprechiamo questa opportunità.
Mar 19