Riportiamo di seguito la nota inviata da Maurizio Bolognetti, esponente lucano inserito nella direzione dei Radicali Italiani al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e di seguito la replica del governatore lucano.
Caro Governatore, a quanto pare dopo i proclami pre-elettorali la musica non è cambiata. Anzi, registriamo un netto passo indietro rispetto alla pur contestata “moratoria” votata dal Consiglio regionale. Il vero suicidio sarebbe quello di consegnare la nostra regione nelle mani delle compagnie petrolifere. Rispetto all’esistente non possiamo concedere altro: non un pozzo in più, non un barile in più. La nostra trincea è questa. Non possiamo consentire la definitiva trasformazione della Basilicata in hub petrolifero, con gli “effetti collaterali” che ne conseguirebbero. I benefici di cui lei parla sono ben poca cosa rispetto ai costi che abbiamo pagato e che stiamo pagando. Piuttosto, caro Governatore, pensi al futuro e alla necessità di tutelare e preservare per le generazioni a venire i veri tesori che fanno ricca la nostra terra. E la prego, se possibile, ci risparmi frasi salvifiche tipo “ce lo chiede l’Europa”.
P.S.
Sulla vicenda “Pergola1” ascolti la voce di chi in scienza e coscienza avverte dei rischi. Se davvero cerca la verità non può appiattarsi sulle posizioni dell’Eni e di chi preferirebbe deportare le popolazioni della Valle dell’Agip, pur di non sottoporsi al confronto e al contraddittorio.
Petrolio, Pittella risponde a Bolognetti.
“Sono e siamo pronti ad approfondire tematiche che stanno sulla pelle dei cittadini. Al no e basta avrei gradito altra proposta”.
“Non mi sono mai appiattito sulle posizioni delle compagnie, non ho mai sostenuto che si possa andare oltre le intese già raggiunte, mi sono sempre aperto al dialogo ed alla diversità di pensiero per migliorare e se necessario correggere il mio”. Risponde così il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, a Maurizio Bolognetti dei Radicali Lucani.
“Non mi sono mai espresso appellandomi all’Europa, sto solo tentando di normalizzare una Regione che non è stata tale negli ultimi anni e che ci consegna dolore, preoccupazione, ansia, disperazione, ma anche maleducazione ed indisponibilità al dialogo. Non è il governo regionale che si chiude al confronto, sono e siamo pronti ad approfondire tematiche che stanno sulla pelle dei cittadini ma che possono se bene indirizzate, controllate, monitorate, seguite e partecipate, rappresentare un’occasione di sviluppo. Al no e basta avrei gradito altra proposta. Ma tant’è, rispetto le posizioni altrui e chiederei lo stesso per le mie”.