Alcune settimane fa si è svolta, nel Centro di Geodesia Spaziale di Matera, la cerimonia del trentennale della sua nascita. Il Centro ha visto accrescere negli anni, accanto alle attività tradizionali di ricerca ed operative nel settore della dinamica terrestre, anche molte altre in diversi settori dell’osservazione della terra.
Gli attori principali, sin dalle origini della fondazione del Centro, sono l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la Telespazio s.p.a, i quali a conferma di un lungo e consolidato rapporto industriale hanno, nel 2009, costituito la società eGeos s.p.a., avente come obbiettivo principale la commercializzazione dei dati prodotti ed elaborati dalla costellazione dei satelliti CosmoSkymed.
In anni più recenti sono anche stati stipulati sia da ASI che da Telespazio e poi da eGEOS, con le amministrazioni locali, diversi protocolli d’intesa atti a consolidare e sviluppare le attività del Centro in rapporto alle esigenze del territorio. Fin’ora nessuno di questi accordi ha avuto alcun seguito. Siamo in presenza oggi, in Italia, di una sensibile riduzione dei finanziamenti pubblici legati alla ricerca e alle applicazioni spaziali che hanno già prodotto conseguenze dirette sugli investimenti nel settore dello Spazio da parte di Asi e Agenzia Spaziale Europea (ESA). Le ricadute sul Centro Spaziale di Matera comportano dei rischi sia per la realizzazione dei progetti futuri sia per ciò che riguarda la tenuta dei programmi in essere.
A questo proposito ricordiamo che il programma CosmoSkymed, che vede concentrate nel Centro materano le attività operative, ha una costellazione di satelliti che si prevede venga affiancata da un’altra di nuova generazione in modo da permettere sia la continuità operativa con l’esercizio attuale, che l’avanzamento tecnologico indispensabile per competere sul piano scientifico e commerciale con gli altri players del settore.
Le note e recenti inchieste della Magistratura che stanno interessando l’Agenzia Spaziale Italiana, sempre più intrecciate alle vicende giudiziarie anche di Finmeccanica, preoccupano, oltre che per la realtà che mettono a nudo nella gestione delle risorse pubbliche, anche per le ricadute negative che potrebbero concretizzarsi sugli investimenti a breve e medio termine relativamente ai programmi già sul piede di partenza, come appunto la seconda generazione dei satelliti CosmoSkymed.
Per il Centro materano, anche solo i ritardi nella realizzazione di nuovi progetti, comporterebbero difficoltà nel mantenere le posizioni di leadership fin’ora raggiunte con grave perdita di competitività tecnologica e conseguenza negative imprevedibili anche sulla tenuta occupazionale. E’ necessario che il governo nazionale assicuri la piena attuazione dei programmi spaziali già messi in cantiere e che il governo regionale della Basilicata si assuma la responsabilità di farsi garante preso di esso in modo che lo sviluppo del Centro Spaziale di Matera diventi un’assoluta priorità strategica del territorio.
Fiom Basilicata
Mar 26