Enzo Di Pede torna a sottolineare i disagi dei residenti degli antichi rioni Sassi a seguito del blocco stradale che impedisce ai veicoli di utilizzare l’ingresso del Sasso Caveoso da via Casalnuovo a seguito dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato uno storico edificio ubicato in prossimità di via Bruno Buozzi. Di seguito la nota integrale.
Enzo Di Pede: “E’ ancora vergogna nazionale negli antichi rioni?”
La visita pastorale nei Rioni Sassi di Monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Matera-Irsina, avvenuta lunedì 24 marzo si è resa una occasione assai speciale. Un momento di incontro che ha richiamato tutti noi, credenti e non credenti, a comportamenti meno autosufficienti, più solidali e quindi più efficienti. Non nascondo che mi è sembrata una circostanza ghiotta per riuscire ad avere un tramite di elevato spessore col rappresentante dell’Amministrazione Comunale, non molto attento alle nostre esigenze e ai nostri disagi, ma alla fine si è tenuto un momento di vero dialogo con le esposizioni delle problematiche che quotidianamente noi viviamo.
Penso che le nostre problematiche meritino una attenzione maggiore di quanto, fin qui, le pubbliche strutture non abbiano fatto ed una metodologia più integrata ed integrante perché la nostra comunità ha bisogno oggi di una “solidarietà” che consenti di superare l’attuale crisi e ogni forma di esclusione e di degrado.
L’analisi sullo stato dei rapporti con la P.A. sta vivendo un momento critico e va condotta con attenzione a partire dai bisogni della nostra comunità che ha investito le proprie risorse perché innamorati di questi antichi rioni.
Sono convinto che l’ente pubblico ha un ruolo di programmazione e/o pianificazione, ma questi ruoli devono essere espressi nella piena democrazia e cioè con il confronto e non con l’imposizione.
Ritengo che il progressivo “sviluppo” della società, le nostre esperienze, ci abbiano portato alla solitudine, al menefreghismo, all’apatia, alla rassegnazione, all’omertà, dimenticando che in quegli stessi luoghi, dove noi viviamo ed operiamo, si è respirata un’altra aria che ha espresso la prima forma di democrazia: il vicinato.
La disponibilità data dal Vescovo deve essere considerata come momento di confronto, con una istituzione importante nel tessuto sociale, comunque noi la pensiamo, coinvolgendolo e rendendolo un ulteriore tramite con chi ci governa in città.
Ribadisco che l’Amministrazione ci considera al pari delle bestie, forse non si è resa conto che è stata superata da tempo “La vergogna nazionale”.
Ancora una volta ha imposto delle scelte non condivise, come il pass senza un monitoraggio, dove alla vigilia dell’avvio dell’orario estivo, nonostante la corsa al pagamento di 30 euri, abbiamo scoperto che siamo ancora in fase di sperimentazione, le telecamere non funzionano, perché manca la sede operativa. Al danno la beffa, viene chiusa via Casalnuovo angolo via Buozzi con un’ordinanza sindacale per pericolo di crollo e dopo tanti dubbi, visto che i lavori sono stati fatti subito, è intervenuto un sopralluogo del CTU (tecnico nominato dal Tribunale) che ha redatto un verbale.
Dopo averlo letto, per ben due volte, è venuto fuori che è solo un contenzioso fra privati che dura da oramai un decennio e dietro sollecitazioni, cavalcando l’onda emotiva di vico Piave, il sindaco, ha, con troppa facilità, chiuso al traffico via Casalnuovo, con una serie di irregolarità tecniche amministrative, che lasciano molto a desiderare.
Nel verbale non si parla mai di pericolo di crollo, mancava il Comune a prenderne atto, forse perché il primo cittadino non comprende il disagio che comporta la chiusura di una delle due entrate, sia per i residenti ed operatori, che per i mezzi di emergenza.
Io faccio i dovuti scongiuri, ma non so se sorriderà ancora il sindaco se un giorno alla strettoia di via Casalnuovo, con la fila che si crea al semaforo da campo, dovesse passare una autoambulanza o un mezzo dei Vigili del Fuoco. Per dovere di cronaca la causa civile si terrà i primi di agosto, nel frattempo accogliamo i turisti con i due dadi di cemento, perché la Cultura del cemento a noi ci piace!
Enzo Di Pede – residente Rione Sassi