In occasione del cinquantesimo anniversario della realizzazione del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini (1964-2014), il Comune di Matera, il Comitato Matera 2019, la Lucana Film Commission e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata promuovono, con il sostegno della Regione Basilicata e la preziosa collaborazione della Cineteca Lucana, un’importante manifestazione per celebrare il film e la presenza di Pasolini a Matera e in Basilicata nel giugno del 1964. All’interno di un ricco programma all’insegna dello slogan ‘Matera città del cinema’, aperto ai contributi delle associazioni culturali locali, sono previste esposizioni, rassegne cinematografiche, iniziative teatrali, musicali e coreutiche.
L’iniziativa, curata da Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, Giuseppe Appella, direttore del MUSMA e Marta Ragozzino, Soprintendente BSAE per la Basilicata, prende forma sotto l’egida del Comitato Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019 nell’ambito del programma culturale di candidatura per il 2014, in stretta condivisione con il Direttore artistico di candidatura Joseph Grima. Si svolge con il concorso ed il sostegno delle istituzioni del territorio: Regione Basilicata e Province di Matera e Potenza, APT Basilicata, Università degli Studi della Basilicata, Conferenza Episcopale Lucana e specialmente l’Arcidiocesi di Matera-Irsina, che ha appena firmato un protocollo di intesa con Comune e Comitato Matera 2019 in occasione della candidatura.
È stato chiesto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana; il patrocinio delle Presidenze del Senato e della Camera, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Biennale di Venezia, del Festival del Cinema di Venezia e la collaborazione ed il sostegno del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, della Pro Civitate Christiana di Assisi, della Cineteca Nazionale di Bologna e del Gabinetto scientifico letterario Giovan Pietro Vieusseux di Firenze, nel cui Archivio contemporaneo sono conservati molti documenti del Fondo Pier Paolo Pasolini.
In profonda sintonia con l’arcivescovo di Matera e Irsina mons. Ligorio e i rappresentanti della Curia, la manifestazione sarà aperta ufficialmente all’inizio della settimana di Pasqua con la proiezione del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, in edizione appena restaurata e mai prima d’ora proiettata, al Cinema Teatro Duni di Matera martedì 15 aprile alle ore 17.00.
Insieme alle autorità locali e agli importanti ospiti, è stato invitato anche Enrique Irazoqui, scelto da Pasolini per interpretare il ruolo di Cristo nel capolavoro, cittadino onorario di Matera dal 2011.
Nel foyer del teatro sarà allestita, a cura dell’Associazione culturale Pier Paolo Pasolini di Matera, l’esposizione delle fotografie scattate da Domenico Notarangelo sul set del Vangelo secondo Matteo.
Al centro del ricco programma dedicato all’anniversario del capolavoro di Pasolini una grande mostra internazionale intitolata Roma-Matera 1964. Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, che si terrà a Matera presso il Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna della Basilicata in Palazzo Lanfranchi e nel MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera dal 28 giugno al 9 novembre 2014.
Il programma prevede anche:
• la proiezione del “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini in tutti i 131 comuni della Basilicata secondo uno specifico ed innovativo format realizzato con la collaborazione delle associazioni culturali locali e il supporto operativo di Cineteca Lucana;
• la rassegna cinematografica dell’opera pasoliniana a Matera, Potenza e negli altri centri dotati di sale cinematografiche in occasione della Settimana del cinema in maggio, sempre in collaborazione con la Cineteca Lucana;
• il progetto coreutico di Virgilio Sieni sul Vangelo di San Matteo in collaborazione con Biennale di Venezia_Danza, l’Associazione Basilicata 1799 di Potenza e lo IAC di Matera;
• un’iniziativa espositiva nel Parco delle cantine dello Sheshe di Barile, in collaborazione con l’Associazione Sisma di Barile;
• il progetto di produzione di un materiale audiovisivo ideato con il Comitato Ravenna 2019 sul “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini e “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni (entrambi i film furono in concorso al Festival del Cinema di Venezia nel settembre 1964).
L’obiettivo della mostra Roma-Matera 1964. Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, è mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di Matera e con gli altri luoghi della regione dove intese girare il Vangelo (Barile, Lagopesole ma anche i centri contermini dell’area murgiana pugliese: Ginosa e Massafra tra gli altri).
Chiave di lettura privilegiata sarà l’arte figurativa, sia come riferimento linguistico “interno”, imprescindibile per comprendere la struttura di tutti i primi film di Pasolini, sia come necessario confronto “esterno” alle scelte stilistiche del regista (poeta, letterato, intellettuale, uomo), per abbracciare in senso più ampio il clima e la cultura degli anni del Vangelo.
La mostra di Palazzo Lanfranchi sarà divisa in due parti. Nella prima si prevede la ricostruzione del doppio contesto del film: quello dell’ideazione ed elaborazione creativa tra Roma ed Assisi e la Palestina (poi esclusa dal regista, che scelse invece la Basilicata) nel 1962/64 e quello della realizzazione delle riprese più importanti a Matera, che nel giugno del 1964 fu il set principale del Vangelo secondo Matteo, in relazione al clima culturale di quegli anni, letto attraverso il linguaggio dell’arte, prezioso per comprendere il cinema di Pasolini.
L’idea è quella di restituire la storia e i luoghi del Vangelo attraverso una narrazione estremamente visiva, resa possibile dal montaggio creativo di documenti, dipinti, acquarelli, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti.
La lettura a più livelli di approfondimento del variegato materiale in mostra sarà favorita da speciali supporti multimediali ed interattivi, che renderanno agile ed avvincente la narrazione visiva ed audiovisiva e soprattutto comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi, in un’ottica fortemente inclusiva.
Nella seconda parte della mostra, che si snoderà nelle sale al piano terra di Palazzo Lanfranchi, negli ipogei vicini e negli ambienti dedicati del MUSMA (Biblioteca Scheiwiller, Sala della Caccia, Saletta della Grafica) si affronterà la scultura dei primi anni Sessanta, attraverso l’opera di principali protagonisti del tempo. Nella sezione, specificamente intitolata Tra Gruppo Uno e Gruppo 63. Nuove tecniche di immagine. Sculture di Gastone Novelli, Achille Perilli, Toti Scialoja. Nicola Carrino, Nato Frascà, Pasquale Santoro, Giuseppe Uncini, saranno esposte importanti opere d’arte realizzate tra il 1962 e il 1968 dai principali protagonisti del dibattito artistico dei primi anni Sessanta, che ci aiuteranno a comprendere i nuovi orizzonti della scultura italiana negli anni in cui si guarda alle nuove tecniche d’immagine teorizzate da Giulio Carlo Argan e a Venezia la Pop-Art trova la sua consacrazione ufficiale.
Tutte le opere in mostra in questa sezione provengono dalle collezioni degli artisti e dei loro eredi o dai principali musei pubblici italiani, come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Gam di Torino, il MART di Rovereto.
Oramai è questione solo di immagine, questa è Matera 2019, sperpero del denaro pubblico. Bella iniziativa, ma desidererei tanto ricordare alla soprintendente, che gli stessi luoghi hanno bisogno di interventi urgenti: a Malve ad esempio il cimitero barbarico sta scomparendo, a santa lucia alle malve gli affreschi già oggetto di interventi si stanno cancellando dalle sacre pareti etc. etc. – Noi badiamo solo alla facciata, come il maggiordomo che ramazza ed invece di raccogliere la infila sotto il tappeto. Perché non sollecita il suo fido salvatore a far riaprire la strada sotto il Lanfranchi? La cultura del cemento (marciapiedi, giardino sant’Agostino) non ci piace a differenza del santo mentitore: “io non mento sul cemento”. Non riesco a spiegarmi perché le macchine non possano ed i pedoni sì. Anche l’ordinanza fa il distinguo? Che bell’impatto per Pasqua. Per favore togliete quella buffonata di ombrelli rossi dalla chiesa del Carmine