Un incremento dell’1,48% delle presenze rispetto al 2011, e del 4,1% del fatturato: sono i dati del turismo natura secondo l’XI Rapporto Ecotur, presentato a Lanciano alla ventiquattresima edizione di Ecotur Borsa internazionale del Turismo natura. Si tratta di indicatori statistici – commenta il Centro Studi Turistici Thalia – ancora più incoraggianti se messi in raffronto con il cosiddetto turismo tradizionale che invece ha visto le voci di presenze e fatturato scendere rispettivamente del 3,5% e del 9,5%.
La situazione – precisa Arturo Giglio, segretario del C.S. Thalia – non è comunque omogenea. Per il mercato italiano il parco più richiesto è il Parco nazionale d’Abruzzo (21%), seguito da Gran Paradiso (17%), Dolomiti Bellunesi (11%), Cinque Terre (9%), Stelvio e Pollino (entrambi al 7%), Circeo e Foreste Casentinesi (entrambi al 5%), Arcipelago Toscano (4%) e Gran Sasso (3%). Per il mercato europeo invece la top ten è guidata dal Parco nazionale delle Cinque Terre (25%), seguito da Dolomiti Bellunesi (20%), Appennino Tosco-Emiliano (9%), Arcipelago Toscano (7%), Vesuvio (7%), Gran Paradiso (6%), Cilento e Valle di Diano (5%), Abruzzo, Lazio e Molise (4%), Monti Sibillini (3%) e Stelvio (3%). A spingere un numero maggiore di turisti verso la natura sono prevalentemente la voglia di fare attività sportive (47%) e il relax (20%), ma anche l’enogastronomia (15%) e la riscoperta delle tradizioni (10%), ma la vera regina del turismonatura si conferma per il secondo anno consecutivo la bicicletta: il biking è infatti l’attività sportiva prediletta dai turisti natura con il 30% delle preferenze, seguita da escursionismo (21%) e trekking (18%). Le presenze generate dal turismo natura in Italia hanno infatti sfondato quota 101 milioni, producendo un fatturato di 11,378 miliardi di euro.
Il Parco Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, presente ad Ecotur – evidenzia Giglio – risente innanzitutto della sua breve vita e quindi di una scarsa conoscenza tra gli amanti delle formule di turismo naturalista. I numeri degli ospiti sono significativi: circa 101mila tra presenze ed arrivi turistici, una permanenza media di 3,19 giorni ed un indice di utilizzo delle strutture ricettive pari a 17,4 presenze/giornate letto disponibili – secondo i dati del Rapporto Turismo Unioncamere 2012 – la Val d’Agri si prepara ad affrontare la nuova stagione. Il Rapporto Unioncamere conferma la tendenza che gli operatori turistici della Val d’Agri hanno registrato negli ultimi tre anni: sono i turisti delle regioni limitrofe i più “fidelizzati”, con il 20,5% di pugliesi e il 10,2% di campani ed è proprio da loro che lo scorso anno sono venute le “prime diserzioni” (-20% per i pugliesi e -10,9% per i campani). Incoraggiante l’incremento di turisti laziali (che rappresentano il 4,5% del totale e che fanno registrare una crescita del 17) e del centro-nord (complessivamente un quarto dei turisti italiani che soggiornano in Val d’Agri). Le carte da giocare per il riposizionamento del comprensorio nei mercati turistici italiano ed esteri – continua il C.S. Thalia – sono nella diversificazione dell’offerta a partire dall’eco-turismo e dai beni culturali, artistici e storici e naturalmente dalla buona cucina cogliendo il segnale evidente di come la crisi economica stia portando alla riscoperta di un turismo sostenibile e a chilometro zero e sempre più fuori dalle nicchie. Una tendenza, quella della crescita del turismo natura, che viene confermata anche dalle rilevazioni dei tour operator, che nel 65 per cento dei casi hanno registrato nel 2012 un aumento, nel 31 per cento una domanda stabile e solo nel 4 per cento una diminuzione. Tanto che il 57 per cento di loro ha inserito i prodotti della natura in misura maggiore nei propri cataloghi cartacei e online. La nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 – conclude Giglio – è l’opportunità da cogliere per investire nell’ecoturismo e in quello rurale anche con progetti interregionali come suggerisce il Presidente Pittella tra i quali candidare il circuito dei Parchi nazionali del Sud.