L’ottima riuscita dell’agorà pubblica di domenica mattina in Piazza Vittorio Veneto con l’illuminante relazione di Reato Brucoli ha segnato un altro passaggio fondamentale nell’attività del Comitato No Inceneritore Mento sul cemento, che continua senza soste: ormai è prossimo l’obiettivo delle 2.000 firme raccolte per la petizione popolare che richiede al Comune di Matera di adottare tutte le iniziative di propria competenza per opporsi alla richiesta di Italcementi di bruciare 60.000 tonnellate di rifiuti all’anno nell’impianto di contrada Trasanello.
Sappiamo che il sindaco non ha facoltà di convocare la conferenza di servizi prevista obbligatoriamente per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale, infatti la petizione impegna lo stesso Sindaco a richiedere (lo deve alla cittadinanza) alla Regione Basilicata che venga convocata; e poi, considerata la situazione di potenziale pericolo per la salute pubblica, dare parere negativo alla predetta A.I.A. o, nel caso, proporre impugnazione al TAR; infine rientra nei poteri del Consiglio dichiarare il territorio comunale di Matera “territorio libero dall’incenerimento dei rifiuti” per dare un chiaro segnale che episodi di questo genere non si verifichino anche in futuro..
Tutto questo è stato ribadito martedì 1° aprile nel corso della riunione della Commissione Consiliare Ambiente, cui il Comitato era stato invitato per illustrare i contenuti e le motivazioni della petizione popolare. Che, stando alle rassicurazioni, sarà presentata e discussa nel prossimo Consiglio Comunale. Al riguardo il Comitato ha depositato ieri formale richiesta per essere ascoltato nel corso di quella seduta per portare e sostenere dinanzi al sindaco, alla giunta e ai 40 consiglieri l’istanza di migliaia di cittadini materani che chiedono semplicemente che sia salvaguardata la propria salute. Rassicurazioni sono giunte, anche in questo caso, dal Presidente del Consiglio Brunella Masenzio.
Del resto, contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi da Italcementi, l’incenerimento dei rifiuti contrasta con la Direttiva 2008/98/CE che impone espressamente agli Stati membri il divieto di questa pratica, promuovendo invece il riuso e il riciclo; così come la recente raccomandazione del Parlamento Europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012) che prevede entro il 2020 la chiusura degli inceneritori, anche nei cementifici. Come mai, quindi, Italcementi chiede di bruciare 60.000 tonnellate di rifiuti all’anno, quando per giunta tutta la provincia di Matera ne produce appena 64.000? Un inquietante interrogativo che può avere come unica risposta il rigetto della richiesta.
Per questo il comitato continuerà a stare in Piazza Vittorio Veneto con il proprio banchetto anche in tutti i fine settimana di aprile per continuare a raccogliere firme e soprattutto a sensibilizzare e informare i cittadini materani e non.
Apr 02