“In attesa di capire se l’odg della Commissione Ambiente del Senato approvato ieri sia sufficiente a porre un freno alle trivelle in mare Ionio, lungo la costa ionico-metapontino e nel Golfo di Taranto, l’istanza per l’avvio della procedura di Verifica di Assoggettabilità a VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) del progetto “Piano di Utilizzo terre e rocce da scavo” presentata il 31 marzo scorso dall’ Eni (Divisione Refining & Marketing Raffineria di Taranto) ripropone l’esigenza di affrontare i problemi di impatto ambientale e sul territorio del petrolio a livello interregionale. E’ quello che IdV intende fare con le strutture regionali lucana e pugliese oltre che con un impegno dell’intero gruppo dirigente nazionale”. A sostenerlo è Luciano Pisanello, responsabile organizzativo nazionale di IdV.
Nel ricordare che la scorsa estate il petrolio lucano si è riversato nel mare che circonda Taranto e che dalle ciminiere della centrale di raffinamento Eni è uscito del fumo nero, densissimo, mentre il liquido semiraffinato, ha cominciato a riversarsi in mare, Pisanello sottolinea che con la nuova istanza Eni si prevede l’arrivo al porto di Taranto di circa 150 petroliere l’anno e la realizzazione di due nuovi serbatoi per stoccare i 180mila metri cubi di greggio che arriveranno dalla Basilicata attraverso l’oleodotto Viggiano-Taranto che produrranno il 12% in più di emissioni diffuse. Per Taranto dove la situazione ambientale è già segnata dall’emergenza Ilva – continua il dirigente nazionale di IdV – si tratta di un ulteriore fattore di rischio da valutare con attenzione nonostante il Comitato Tecnico Regionale della Puglia abbia approvato il Rapporto Preliminare di Sicurezza, rilasciando il nulla osta di fattibilità.
Per IdV “è necessario riprendere la mobilitazione della comunità lucane e pugliese, oltre l’iniziativa delle Regioni Basilicata e Puglia e dell’intero sistema delle autonomie, anche per impedire di barattare, come vorrebbero fare le compagnie petrolifere, ambiente, salute, territorio con un incremento delle royalties sul petrolio estratto in Val d’Agri e a breve nel Sauro”.