Ammonta a circa 1 miliardo di euro la stima dello stanziamento complessivo per il servizio sanitario regionale nel 2014. Per i servizi socio – sanitari prevista una dotazione di 20 milioni di euro (piani sociali di zona), 4,5 milioni per il Copes.
Per il funzionamento del servizio sanitario regionale nella manovra finanziaria per il 2014 si prevede uno stanziamento complessivo di circa un miliardo di euro. La stima, sulla quale si è soffermata l’assessore regionale alla Salute Flavia Franconi illustrando ieri pomeriggio in quarta Commissione le previsioni di spesa del bilancio sanitario, è suscettibile di qualche variazione perché ad oggi non è stata ancora definita l’intesa per la ripartizione del Fondo sanitario nazionale, dal quale dipendono in massima parte i finanziamenti regionali per la tutela della salute.
Franconi, insieme al dirigente generale della Presidenza della Giunta, Vito Marsico, e al dirigente dell’ufficio risorse finanziarie ed investimenti del sistema salute, Stefano Lorusso, ha risposto alle domande dei consiglieri su diversi aspetti del bilancio regionale della sanità pubblica, spiegando innanzitutto che i conti del 2013 dovrebbero chiudersi in sostanziale pareggio (le stime prudenziali del quarto trimestre parlano di un disavanzo di 3,4 milioni di euro) nonostante il taglio di 10 milioni del fondo sanitario regionale. In tema di mobilità sanitaria, la Regione ha stimato il fabbisogno prevedendo per il 2014 un saldo passivo di circa 30 milioni.
Ammontano inoltre a circa 57 milioni le perdite delle aziende sanitarie da ripianare per il periodo dal 2001 al 2011, che la Regione, a seguito di una modifica della normativa nazionale intervenuta nel 2011, è tenuta a coprire. Di questa cifra, sulla base di quanto stabilito dal “tavolo” di verifica nazionale, circa 20 milioni saranno coperti in 25 anni, mentre 37 milioni in 5 anni: la quota per il 2014 ammonta a 7,8 milioni di euro. Ci sono poi le gestioni commissariali delle vecchie Asl, che potrebbero determinare altre spese, riguardo alle quali la Regione ha già disposto una verifica dei contenziosi in essere, stanziando in bilancio la somma di circa 2 milioni di euro per il 2014.
Fra le allocazioni del bilancio sociale, nel triennio 2014/2016 si prevede un incremento del fondo regionale per la non autosufficienza di circa 500 mila euro. Altri stanziamenti riguarderanno le politiche sociali e la famiglia, ed in particolare: per la disabilità (3,6 milioni di euro), per i pazienti nefropatici e talassemici (2,3 milioni di euro), per il programma Copes (4,5 milioni di euro per azioni di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale), per i servizi sociosanitari (20 milioni di euro per i piani sociali di zona) per le cooperative sociali (1 milione di euro).
Previsti, attraverso un emendamento annunciato dalla Giunta, anche ulteriori interventi di spending review (in particolare per il contenimento del rimborso chilometrico delle missioni), ed ulteriori interventi, da finanziare con i fondi strutturali, per ridurre i costi energetici degli edifici di Asl e ospedali, per i quali si stima una significativa riduzione dei costi di gestione.
Alla riunione hanno partecipato, oltre al presidente della Commissione Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Roberto Cifarelli, Achille Spada, Carmine Miranda Castelgrande (Pd), Aurelio Pace (Gm), Gianni Leggieri (M5s), Giannino Romaniello (Sel), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Michele Napoli (Pdl-Fi), Francesco Pietrantuono (Psi) e Francesco Mollica (Udc).
SANITA’: NAPOLI (FI), NIENTE SOTTO IL SOLE DA ANNUNCI SCONTATI ASS. FRANCONI
“L’annuncio dato con troppa enfasi dall’assessore regionale alla Salute Flavia Franconi della previsione di spesa di un miliardo di euro contenuta nel bilancio 2014 che il Consiglio Regionale si appresta ad esaminare riguarda semplicemente la spesa “storica” del Servizio Sanitario Regionale e non è accompagnato da alcun impegno per attivare un sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità dell’assistenza e sull’appropriatezza delle prestazioni rese dalle strutture sanitarie come ho sollecitato di nuovo di recente”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Fi in Consiglio Regionale Michele Napoli per il quale “non si registra alcun tentativo, nemmeno teorico e formale, di intervenire almeno per ridurre in futuro i deficit accumulati dalle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera e ripianati anno per anno, per decine di milioni di euro, dalla Regione grazie alle royalties del petrolio e ai ticket pagati direttamente dai cittadini. Persino sulla mobilità sanitaria, vale a dire il ricorso dei lucani a strutture sanitarie extraregionali spesso anche per prestazioni che non lo richiederebbero, che incide per 40-50 milioni di euro l’anno sul bilancio regionale, non c’è uno straccio di idea, a differenza di progetti ed iniziative che vedono protagonisti associazioni di categoria di titolari di laboratori di analisi, poliambulatori, centri e strutture privati accreditati. Mi sembra in proposito particolarmente interessante e da approfondire la proposta di Sanità Futura per attrarre utenza extraregionale. Ci sono poi i problemi del Don Uva ed Aias che attendono da tempo risposte mentre la Uil Fpl ha chiesto con forza lo sblocco del turnover che non può essere circoscritto al solo 30%, ma dovrà essere portato almeno al 40% , altrimenti ci sarebbero serie difficoltà nell’assicurare i servizi essenziali ai cittadini. Tra gli sprechi che ho segnalato – continua Napoli – c’è il ricorso alla degenza ospedaliera invece di implementare modelli organizzativi che consentano di ridurre i tempi della degenza media preoperatoria, sviluppando il cosiddetto Day Surgery che può essere applicato, già oggi, a più del 60% di tutti gli interventi chirurgici con vantaggi tanto per il paziente quanto per il sistema sanitario regionale. Le aree critiche della spesa sanitaria – sottolinea l’esponente di Forza Italia – sono le procedure di acquisto di beni e servizi, la spesa farmaceutica e l’assistenza ospedaliera. La cosiddetta degenza media preoperatoria (intervallo di tempo che intercorre tra il ricovero e l’intervento) è considerata un fondamentale indicatore per la valutazione della qualità dei servizi erogati, oltre che dell’appropriatezza e dell’efficienza dei sistemi sanitari regionali e garantisce un minore rischio di infezioni ospedaliere del sito chirurgico. In Basilicata, nell’anno 2012, il dato medio della degenza preoperatoria è di 2,22 giorni contro un dato medio nazionale di 1,81 giorni e secondo il ‘Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – S.D.O. 2012’, redatto dal ministero della Salute, nell’anno 2012, in Basilicata, sono stati riscontrati valori elevati di alcuni indicatori di rischio clinico, tra questi quello relativo alle infezioni post-chirurgiche la cui incidenza è quasi il doppio rispetto a quella registrata in media in Italia”.