La mafia è un’organizzazione di criminalità, una delle fondamentali caratteristiche della camorra italiana, che si configura come una sorta di stato indipendente, all’interno di quello nazionale con il quale entra spesso in conflitto. La mafia accumula denaro, lo recicla e lo investe. Cento miliardi di euro è la somma raccolta ogni anno con il pizzo, attraverso la quale potremmo uscire dalla crisi e assicurare un futuro ai nostri giovani. L’aspetto più drammatico è che il pizzo condiziona anche la credibilità degli investimenti, scoraggia gli imprenditori esteri ad investire nel nostro Paese, soprattutto nel Sud, favorendo così la crescita della disoccupazione, che nell’area meridionali raggiunge percentuali preoccupanti. La mafia come strumento di autofinanziamento ricorre non soltanto al pizzo, ma anche allo spaccio degli stupefacenti. La mafia è tanto potente da penetrare persino nelle istituzioni poiché, a prescindere dall’orientamento e dal partito di appartenenza, chi gestisce il potere è più esposto alla corruzione come nel caso di alcuni appalti pubblici che, essendo pilotati, autorizzano imprese e lavoratori spesso incompetenti a realizzare enormi guadagni in cambio di sporchi voti in campagna elettorale. Impugniamo quindi la potente arma della denuncia, perché questo sistema corrotto danneggia la gente onesta e l’economia del Paese. Seguiamo l’esempio dei grandi eroi della legalità italiana, i due giudici Falcone e Borsellino che sono morti per combattere la mafia che da ormai troppo tempo continua a macchiare di sangue le strade italiane. Cambiamo rotta, cambiamo mentalità partendo dalla conoscenza e dalla cultura. Ripartiamo proprio dalle aule scolastiche per insegnare ai nostri giovani quei valori che dovrebbero essere il fondamento di una società, quali il rispetto delle regole, l’onestà ed il lavorare per il bene comune. Diamo un volto nuovo alla nostra classe politica, che pur dovendo essere l’emblema della giustizia, troppe volte agisce nell’ombra.
Michele Cimmarrusti