Anche quest’anno delegazioni di vitivinicoltori della Cia-Confederazione italiana agricoltori (un pulman è stato organizzato da Venosa) partecipano al Vinitaly, il più grande salone italiano dedicato al vino e ai distillati, iniziato oggi a Verona.
Nel corso della manifestazione, giunta alla sua 48ª edizione, la Cia promuoverà una serie di iniziative a sostegno dei produttori vitivinicoli: la prima, lunedì 7 aprile organizzata presso lo stand della Confederazione, sarà interamente dedicata ai produttori under 40, che avranno l’opportunità di presentare al pubblico i loro prodotti. Intitolata “Vino Giovane”, l’appuntamento vuole essere un omaggio alle nuove generazioni di produttori, sempre più attenti all’innovazione e alla competitività: seguirà una degustazione guidata di vini biologici aperta a tutti i visitatori della Fiera. Nell’area multimediale dello stand Cia, dove verranno proiettati video tematici e programmi in streaming della WebTv della Confederazione, sarà inoltre presentato un innovativo progetto di consulenza a supporto delle aziende agricole. L’8 aprile la Confederazione presenterà l’iniziativa “Libera il vino dalla morsa della burocrazia” -cui seguirà un raccolta firme- che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della semplificazione amministrativa.“Un brindisi per la legalità” sarà il tema dell’ultima giornata, il 9 aprile: ai giornalisti invitati verranno presentati i risultati della collaborazione tra Cia e Associazione Libera per la riconversione dei territori confiscati alle mafie.
Sulle prospettive del settore vitivinicolo e la nuova Politica agricola comune si concentra l’attenzione della Cia.
Per il presidente della Cia comprensoriale del Venosino Rocco Sileo è indispensabile irrobustire la rete delle aziende singole ed associate per aiutarle alla commercializzazione. Alcuni dati più che significativi: il valore aggiunto del vino in Italia equivale allo 0,8 per cento del Pil nazionale, circa 1,2 milioni di addetti, solo nel 2012 l’export ha toccato quota 4,8 miliardi di euro con un incremento del 6,7 per cento e in proposito l’Aglianico del Vulture continua a conquistare significative fette di mercato negli Usa con un grande potenziale di competitività sui mercati esteri.
Dunque, l’area vitivinicola del Vulture nel passaggio da filiera a distretto ha tutte le condizioni ed opportunità per diventare un “sistema di qualità simbolo” a livello nazionale. In questo obiettivo l’Enoteca regionale lucana ha un ruolo strategicamente importante da assolvere e per questo deve svolgere compiti e funzioni di “sistema” e di “rete” non limitati alla pur rilevante attività di promozione dei vini di qualità.
Il problema prioritario da affrontare -per la Cia Basilicata – è quello del sistema di quotazione dell’uva e dei vini: le quotazioni dell’uva sono tra i 30-40 euro al quintale con un incasso per i viticoltori tra i 4-5mila euro ad ettaro, a fronte di spese che negli ultimi anni toccano i 6-7 mila euro ad ettaro.
E’ una situazione -ha evidenziato Sileo– che è diventata insostenibile e richiede misure ed azioni di riduzione delle spese, oltre che per consentire ai produttori del Vulture di continuare nello sforzo di ammodernamento dei vigneti e della produzione per tenere sempre alta la qualità dell’aglianico, il “migliore ambasciatore” a tavola delle produzioni lucane d’eccellenza.
Per il dirigente della Cia lucana ci sono tre opportunità da cogliere: la nuova Pac 2014-2020, l’Ocm vino, le misure europee per agro-ambiente e agro-alimentare. Sulla nuova Pac sono riposte le aspettative dei vitivinicoltori specie per la possibilità di poter godere, finalmente, degli aiuti a superficie e con l’Ocm vino di ottenere sostegni a riconversione di vigneti e per la “vendemmia verde”. Per la Cia Basilicata altre condizioni sono il completamento del Pif territoriale vino, la definizione del Piano vitivinicolo regionale e la costituzione del Comitato di prodotto.