“Un decreto che utilizza i fondi della collettività per salvare i comportamenti dissennati di pochi e che allo stesso tempo continua a consentire per quei manager che hanno prodotto una voragine di debiti all’interno di quella galassia delle società controllate e partecipate dal comune di Roma Capitale, di rimanere seduti al proprio posto, anche se non rispetteranno il percorso di risanamento previsto, con una decurtazione delle indennità, anziché come previsto inizialmente dal provvedimento, incorrendo nella decadenza automatica dei membri del Cda”. E’ quanto dichiarato dall’on. Cosimo Latronico (FI), componente della commissione Bilancio, sulla conversione in legge del decreto cosiddetto ‘Salva Roma ter’. “Nonostante questo decreto-legge rappresenti un’eredità del precedente Governo, – ha continuato Latronico – non si può certamente non sostenere come esso costituisca sia nella forma che soprattutto nella sostanza, un impianto normativo che segue una direzione nettamente sbagliata. Al Governo spetta tracciare una strada che non sia quella di amministrazioni parallele a cui addossare debiti miliardari per alcune grandi città mentre si negano uguali attenzioni e situazioni altrettanto gravi di altri enti locali; situazioni e deroghe che naturalmente ed opportunamente vengono negate alle società private secondo il dettato dei codici, valendo in quel caso la responsabilità degli amministratori”.
Apr 07