“La carenza di personale del Don Uva da tempo mette a serio rischio il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in tutti i reparti”. A segnalarlo sono i Coordinatori Infermieristici del centro “Don Uva” di Potenza al Governatore lucano, Marcello Pittella, all’Assessore Regionale della Salute e Sicurezza, Flavia Franconi, al Direttore Generale dell’ASP, Mario Marra, al Direttore Sanitario dell’ASP , Giuseppe Nicolò Cugno ed al Commissario Straordinario Casa Divina Provvidenza, Avv. Bartolomeo Cozzoli.
“ Si tratta di un ente che ha ottenuto- si legge nella nota- un accreditamento istituzionale. Un accreditamento che prevedeva la fornitura di servizi socio-sanitari esclusivi e di altissima qualità riconosciuta. E’ dotato, pertanto, di enormi e notevoli potenzialità. Le frequenti attenzioni della Magistratura sulla gestione dell’Ente hanno però evidenziato le scarse capacità manageriali che stanno mettendo in bilico la sopravvivenza aziendale. Vani sono stati tutti i tentativi fatti -sia verbalmente sia per iscritto- al fine di sensibilizzare la dirigenza a non effettuare tagli al personale. Nel contempo i lavoratori, del tutto scoraggiati, stanchi, demotivati e soggetti sempre di più a stress lavorativo, si ammalano sempre più spesso. Gli infortuni sono sempre più frequenti con prognosi prolungate. Le infermiere e le operatrici in maternità non vengono sostituite. Il servizio reso, pertanto, si assottiglia sempre di più, sia per il numero degli addetti nelle turnazioni sia per la “qualita’” delle prestazioni erogate. Al fine di colmare queste carenze il personale è costretto, con grande senso di responsabilità e di dedizione verso i pazienti, ad effettuare doppi turni, a rinunciare a riposi ed in molti casi alle ferie. In realtà non potendo agire diversamente, sale vertiginosamente il monte ore complessivo da recuperare, non sapendo né come né quando poterle smaltire. Il tutto porta ad un ulteriore aggravio di costi per l’Ente.Risulta, inoltre, essere singolare, per non dire paradossale, la situazione che si vive quotidianamente nei reparti, in quanto se da un lato si è ratificata, con eccessiva irresponsabilità, una situazione di esubero di personale- con conseguente accettazione di un contratto di solidarietà- dall’altro si è giornalmente alle prese con enormi difficoltà nell’assicurare ai degenti l’assistenza di cui hanno diritto.Tutto ciò si pone in contrapposizione con quanto dettato dalla Direzione Generale che in una nota, a noi pervenuta, richiedeva espressamente “ l’adozione della massima attenzione nei confronti dei pazienti nostri ospiti nel pieno rispetto delle discipline regolamentari regionali “.Tali inadempienze, in un “ Ente Ecclesiastico Accreditato”, richiedono l’intervento doveroso – conclude la nota- e non più rinviabile delle istituzioni preposti alla sorveglianza ed al controllo”.
“La carenza di personale del Don Uva da tempo mette a serio rischio il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in tutti i reparti”. A segnalarlo sono i Coordinatori Infermieristici del centro “Don Uva” di Potenza al Governatore lucano, Marcello Pittella, all’Assessore Regionale della Salute e Sicurezza, Flavia Franconi, al Direttore Generale dell’ASP, Mario Marra, al Direttore Sanitario dell’ASP , Giuseppe Nicolò Cugno ed al Commissario Straordinario Casa Divina Provvidenza, Avv. Bartolomeo Cozzoli.
“ Si tratta di un ente che ha ottenuto- si legge nella nota- un accreditamento istituzionale. Un accreditamento che prevedeva la fornitura di servizi socio-sanitari esclusivi e di altissima qualità riconosciuta. E’ dotato, pertanto, di enormi e notevoli potenzialità. Le frequenti attenzioni della Magistratura sulla gestione dell’Ente hanno però evidenziato le scarse capacità manageriali che stanno mettendo in bilico la sopravvivenza aziendale. Vani sono stati tutti i tentativi fatti -sia verbalmente sia per iscritto- al fine di sensibilizzare la dirigenza a non effettuare tagli al personale. Nel contempo i lavoratori, del tutto scoraggiati, stanchi, demotivati e soggetti sempre di più a stress lavorativo, si ammalano sempre più spesso. Gli infortuni sono sempre più frequenti con prognosi prolungate. Le infermiere e le operatrici in maternità non vengono sostituite. Il servizio reso, pertanto, si assottiglia sempre di più, sia per il numero degli addetti nelle turnazioni sia per la “qualita’” delle prestazioni erogate. Al fine di colmare queste carenze il personale è costretto, con grande senso di responsabilità e di dedizione verso i pazienti, ad effettuare doppi turni, a rinunciare a riposi ed in molti casi alle ferie. In realtà non potendo agire diversamente, sale vertiginosamente il monte ore complessivo da recuperare, non sapendo né come né quando poterle smaltire. Il tutto porta ad un ulteriore aggravio di costi per l’Ente.Risulta, inoltre, essere singolare, per non dire paradossale, la situazione che si vive quotidianamente nei reparti, in quanto se da un lato si è ratificata, con eccessiva irresponsabilità, una situazione di esubero di personale- con conseguente accettazione di un contratto di solidarietà- dall’altro si è giornalmente alle prese con enormi difficoltà nell’assicurare ai degenti l’assistenza di cui hanno diritto.Tutto ciò si pone in contrapposizione con quanto dettato dalla Direzione Generale che in una nota, a noi pervenuta, richiedeva espressamente “ l’adozione della massima attenzione nei confronti dei pazienti nostri ospiti nel pieno rispetto delle discipline regolamentari regionali “.Tali inadempienze, in un “ Ente Ecclesiastico Accreditato”, richiedono l’intervento doveroso – conclude la nota- e non più rinviabile delle istituzioni preposti alla sorveglianza ed al controllo”.