“L’iniziativa dei sindacati dei pensionati lucani denominata ”#nonstiamosereni” e indirizzata al presidente del Consiglio Renzi ha un significato particolare racchiuso in pochi dati: per i 147mila pensionati residenti in Basilicata il reddito pensionistico medio è stato nel 2012 di 12.670 euro l’anno; il divario di quanto percepiscono i pensionati lucani e la media nazionale è di circa 240 euro al mese, nei confronti dei residenti in Lazio è di quasi 430 euro al mese”. A sostenerlo è Italia dei Valori in una nota a firma della segretaria regionale Maria Luisa Cantisani che aggiunge: “ se pensiamo che ci sono da noi migliaia di pensionati che percepiscono fra i 500 e i 600 euro, ci rendiamo conto che costoro vivono nella soglia di poverta’ ”.
“Noi – afferma il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina – stiamo raccogliendo le firme per un proposta di legge d’iniziativa popolare volta, fra l’altro, a rivalutare al costo della vita le pensioni che valgono almeno cinque volte il minimo. Prevediamo anche di coprire i buchi previdenziali per tutti i giovani precari e per le partite Iva mono committenti e di distinguere nel bilancio Inps la previdenza dall’assistenza, cosa che non ha fatto l’Istat nella sua rilevazione”. ”Inoltre – sottolinea Messina – proponiamo di reperire risorse immediate stabilendo un tetto alle pensioni d’oro per i parlamentari, i consiglieri regionali, i manager pubblici. Costoro devono restituite al Paese una parte dei privilegi di cui hanno goduto per anni. Dai dati Istat emerge l’enorme discriminazione verso le donne che fruiscono solo in minima parte delle pensioni d’anzianita’ ed hanno una pensione media annua inferiore di circa mille euro rispetto a quella degli uomini. Per questo motivo – continua il segretario IdV – nella nostra pdl prevediamo l’introduzione del riconoscimento previdenziale per i periodi di cure che le donne svolgono nell’arco della propria vita. L’Idv – evidenzia ancora Messina – ha espresso un giudizio positivo sull’aumento di 80 euro netti sui salari piu’ bassi, come pure sul tetto alla retribuzione dei manager pubblici, a condizione che non ci siano trucchi o altri premi. Si tratta di una misure utile ma insufficiente perche’ ora dobbiamo pensare anche ai pensionati e ai disoccupati”.
“La Basilicata nel sistema reddituale italiano – aggiunge Cantisani – ha una sua specificità: la classe media è compressa, la parte ricca è quasi inesistente. La quota della popolazione ricca è rappresentata da un risicato 0,18% dei contribuenti: 685 persone. Per questa ragione quanto alle misure di politiche di coesione sociale e di sostegno al reddito contenute nella manovra di bilancio della Regione 2014-2016 – dice Cantisani – condividiamo il giudizio solo a metà positivo espresso dalla Uil perché la proroga di altre cinque mensilità del Programma COPES, il fondo a favore degli ammortizzatori sociali in deroga, quello per finanziare i Piani Sociali di Zona sono solo una risposta molto parziale all’emergenza sociale che vivono i pensionati, le comunità dei piccoli paesi e il ceto medio dei due capoluoghi”.
Apr 23