Nei primi tre mesi dell’anno in Basilicata hanno cessato l’attività 1.356 microimprese, vale a dire più di 16 ditte chiudono ogni giorno. Sono dati di fonte Unioncamere che testimoniano la gravità dei problemi che vivono tutti i comparti produttivi rispetto alla quale il fondo rotativo regionale per le imprese di 7,5 milioni di euro contenuto nella manovra di bilancio 2014-2016 approvata nei giorni scorsi in Consiglio è solo una misura tampone. E’ il commento della segretaria regionale di Italia dei Valori Maria Luisa Cantisani aggiungendo che la mortalità di imprese è appena compensata dalle 965 nuove iscrizioni agli Albi delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera registrate da gennaio a marzo scorso. Tra i settori in affanno – continua – si segnala quello artigiano che è tradizionalmente in Basilicata e nel Sud il più importante insieme al commercio, mentre è incoraggiante il dato che riguarda le nuove cooperative, con 2.330 nuove coop al 31 marzo scorso, a riprova che è necessario promuovere la cooperazione e con essa il terzo settore.
Le pietre miliari che devono guidare le scelte di un Governo riformatore sia a livello nazionale che regionale – dice Cantisani – devono essere la creazione del lavoro e un sistema d’impresa efficiente. Purtroppo nessuno di questi elementi è mai stato considerato una priorità nell’agenda politica dei vari esecutivi che si sono susseguiti in questi anni. Vogliamo riportare il lavoro al centro dell’agenda politica, attraverso proposte concrete per rilanciare l’occupazione e ridare ossigeno alle piccole e medie imprese. Per questo, con lo ‘Sblocca lavoro’ abbiamo realizzato un serio pacchetto di proposte tese a ridare vitalità al sistema d’impresa italiano che investe, innova e fa ricerca nel nostro Paese. La sola condizione per creare occupazione è che l’impresa sia libera dalla burocrazia asfissiante, dalle tasse eccessive sul lavoro e che possa accedere al credito come accade per tutte le imprese del Nord Europa. La nostra manovra da 100 miliardi di euro – precisa la segretaria di IdV – si chiama sbloccalavoro perché vogliamo sbloccare questa situazione di blocco istituzionale, nella quale destra e sinistra si sono messe insieme non certo per governare, ma per bloccare tutto. Se fossero approvate le nostre proposte si metterebbe in moto l’economia del nostro Paese, che inesorabilmente è ferma, e le casse dello Stato potrebbero recuperare 100 miliardi di euro. Noi abbiamo delle proposte chiare e concrete ed indichiamo, infatti, da dove reperire le risorse finanziarie. Per esempio occorre vendere immediatamente i beni confiscati ai mafiosi. Si pensi che nelle casse dello Stato giacciono circa 80 miliardi di euro in titoli e beni immobili e non si capisce perché questo governo preferisca continuare a prendere denaro dalle tasche degli italiani, piuttosto che vendere i beni confiscati ai mafiosi. In secondo luogo è fondamentale promuovere una vera lotta all’evasione. Si pensi per esempio ai fondi portati illegalmente in Svizzera. La riduzione del cuneo fiscale che vale mediamente il 120% dello stipendio netto, è indispensabile per ridurre il costo del lavoro e per diventare più competitivi. In parte la si ottiene dalla riduzione dell’Irpef, lasciando però in questo modo il costo del lavoro inalterato.