Nicola Pietrangeli, il mito vivente del tennis italiano, a Matera per partecipare ad un seminario sul tema “Il tennis, un sport per tutti”, organizzato dal Circolo Tennis di Matera nella sala conferenze della mediateca provinciale di Matera. Al tavolo con l’ospite più atteso il dirigente del Circolo Tennis Matera Gino Dubla, la responsabile della comunicazione per la FIT Livia Adinolfi, il presidente regionale FIT Domenico Volturo, il dottor Carmine Sinno e Franco Selvaggi, campione del mondo di calcio a Spagna 1982. Il dibattito ha ricordato i valori del tennis, una disciplina adatta a tutti, che non conosce età e che arreca benefici psico-fisici a chi la pratica. “Si tratta di un evento voluto per far capire l’importanza del tennis al di là del semplice aspetto agonistico – sottolinea il presidente del CT Matera Donato Agostiano -. Il tennis ha tanti valori, si gioca indifferentemente dalla tenera età fino anche ad ottanta anni, e non vede alcuna forma di emarginazione, visto che ognuno può scegliersi un compagno del proprio livello; è un gioco pulito, senza contatti fisici, aiuta a star bene ed è anche elegante. Nel convegno sono stati affrontati anche aspetti legati alla medicina e alla socializzazione. In particolare il dottor Carmine Sinno, specializzato in medicina dello sport ha focalizzato l’attenzione sugli effetti fisiologici del tennis mentre il dottor Giovanni Fontanarosa, maestro nazionale, ha evidenziato alla platea i vantaggi del tennis, che garantisce benefici psicofisici e integrazione sociale”.
Al termine del seminario ecco le dichiarazioni di Nicola Pietrangeli, 82 anni portati come un giovanotto. “Ascoltando le relazioni degli esperti ho sorriso pensando ai miei tempi in cui chi sapeva giocare giocava anche perchè non c’erano consigli, medici che organizzavano convegni o internet a portata di mano. Altri tempi. Ben vengano queste iniziative perchè sicuramente favoriscono la crescita di questo sport e stimolano le nuove generazioni ad appassionarsi al tennis anche se voglio ricordare che un campione non si fabbrica e quindi tocca ai tecnici capire se di fronte c’è un potenziale campione sul quale puntare, perchè campioni si nasce e non si diventa. Quando giocavo io, 50 anni fa, le chiacchiere stavano a zero e anche nel tennis valeva il detto “palla lunga e pedalare”. Oggi che si organizzano questi convegni è fondamentale avere l’approccio giusto verso i giovani anche perchè non posso sentire da una mamma che non farebbe giocare a tennis suo figlio perchè il braccio diventa troppo grosso.” La sua carriera è stata luminosa e sicuramente la più prestigiosa per il tennis italiano, quali sono i successi ai quali è maggiormente affezionato? “Parigi e la Coppa Davis, che considero una vittoria politica, una bella impresa non solo sotto il profilo sportivo”.
Nicola Pietrangeli nasce da madre russa con passaporto francese. Poteva scegliere tra Italia e Francia e ha scelto Italia, è andata bene considerati i successi ottenuti, o no? “Potevo diventare anche francese ma evidentemente ho fatto la scelta migliore considerata la mia carriera. Sicuramente il tennis mi ha dato tutto, l’Italia non mi ha dato niente, chi vuol capire capisca”.
Il tennis in campo maschile e femminile gode di buona salute? “A mio avviso si. Le donne hanno vinto per la quarta volta la Fed Cup nel 2013 con Sara Errani e le donne si confermano straordinarie. I ragazzi sono riusciti a raggiungere le semifinali in Coppa Davis, vuol dire che siamo tra le quattro nazioni più forti al mondo e a mio avviso è un ottimo traguardo considerato il numero di squadre che partecipano e che non sempre si può vincere.
Michele Capolupo
“Il tennis di oggi è uno sport per tutti, occasioni come queste non fanno che promuoverne la crescita e migliorarne l’approccio dei più giovani”. Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, a dispetto degli 81 anni da compiere nel prossimo settembre, conserva la sua verve di combattente e difende a spada tratta il suo sport, pur ammettendo che il tennis di una volta era ben altra cosa. “Quando lo praticavo io era un altro mondo, oggi la racchetta ha cambiato tutto. Si viaggia a ritmi forsennati, e ciò è stato agevolato dal miglioramento dei materiali”, sottolinea il grande campione degli anni settanta, che ha partecipato sabato scorso all’incontro dibattito “Il Tennis: uno sport per tutti”, organizzato dal Circolo Tennis Matera nella Mediateca Provinciale. Chiacchierando sullo stato di salute del tennis italiano, Pietrangeli ricorda che “viviamo un ottimo momento, abbiamo due squadre nazionali nelle semifinali delle rispettive competizioni (Coppa Davis e Fed Cup), con le ragazze che si stanno confermando ad altissimi livelli e i ragazzi che hanno riportato l’Italia dopo anni tra le prime quattro al mondo. Inoltre, tra i giovani ne stanno emergendo diversi, tra cui il campione juniores di Wimbledon Quinzi. Il problema vero – osserva Pietrangeli – è che nel nostro paese sono tutti tifosi, non sportivi, si chiede la vittoria a tutti i costi senza capire che non si può vincere sempre. E questa è un pecca che ci ha portato il calcio”. Oggi tutti possono giocare a tennis, ma di grandi campioni ne vengono fuori in pochi. “Prima il tennis era uno sport per ricchi, oggi bastano una racchetta e un paio di pantaloncini, poi ci si organizza con amici e con pochi soldi si gioca. Girando per centri federali estivi, a volte vedo tanti giovani fenomeni, ma molti di loro vanno via o si perdono. In casi come questi, bisogna avere fortuna e sperare di aver trovato il campione con la C maiuscola”. Per Pietrangeli è stata la prima visita a Matera, ma la sua conoscenza del torneo Fit Open organizzato dal Circolo è piuttosto buona. Tra l’altro, durante il convegno il sindaco Salvatore Adduce ha promesso al presidente Donato Agostiano il terzo campo in via delle Nazioni Unite per garantire l’organizzazione di un torneo internazionale. “Un bel torneo, che magari può essere l’inizio di una crescita sempre costante. L’internazionale sarebbe un bel passo, però non è facile: bisogna tener d’occhio i calendari e magari inserirlo in un contesto in cui i tennisti stranieri possano abbinare più eventi cui partecipare”, conclude Pietrangeli, che ha domenica mattina ha avuto modo di visitare e apprezzare i Sassi.
Biografia Nicola Pietrangeli
Nicola Pietrangeli nasce a Tunisi l’11 settembre 1933 da padre italiano e madre russa. E’ stato uno dei più grandi tennisti mondiali di ogni tempo e dichiarato tifoso Laziale. Gioca nel ruolo di mezzala sinistra nelle giovanili dalla Lazio nella stagione 1951/52. Grande curatore dello stile, giocatore di fondo campo, micidiale nei passanti, forte nel rovescio, un po’ meno nel dritto, notevole la sua smorzata, Pietrangeli appartiene a quella categoria di campioni che vincono molto ma non tutto quello che avrebbero meritato. Ha disputato in coppa Davis 164 incontri (con 120 successi), senza mai riuscire a conquistarla se non nel 1976 a Santiago del Cile come capitano del quartetto formato da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli. Nel 1959 e nel 1960 Nicola Pietrangeli si aggiudica il Roland Garros e viene universalmente riconosciuto come il campione del mondo sulla terra battuta. L’appellativo viene confermato con la vittoria agli Internazionali d’Italia del 1961. Saranno 22 le sue partecipazioni a questa competizione. Pietrangeli è stato il più grande tennista italiano di sempre con le sue quattro finali al Foro Italico e i due successi al Roland Garros. Anche a Wimbledon il suo ruolino resta il migliore: diciotto le sue partecipazioni. Nelle classifiche mondiali Nicola Pietrangeli raggiunge la terza posizione nel 1959 e nel 1960. Dotato di un fisico straordinario, Pietrangeli non si sentiva schiavo degli allenamenti, anzi coltivò – anche all’apice della carriera – una grande passione per il calcio. Nei tardi anni 40 fece parte delle squadre giovanili della Lazio che si allenavano alla Rondinella, mentre negli anni 50 era presente come giocatore, salvo impegni tennistici, a tutte le partite infrasettimanali di allenamento. Appena libero da impegni, e soprattutto dopo aver abbandonato la carriera agonistica, era facile vedere Pietrangeli in tribuna per seguire le gesta dei colori biancazzurri. Ai tempi dello scudetto del 1974 si allenò spesso con la squadra di Maestrelli al Tor di Quinto.
La fotogallery relativa all’incontro con Nicola Pietrangeli a Matera (foto www.sassilive.it)