In Basilicata operano oltre 30mila venditori ambulanti (circa 20mila nella sola provincia di Potenza e 10mila nel Materano). E’ in assoluto uno dei settori che ha piu’ addetti di qualsiasi altro settore: un’impresa a tutti gli effetti che non ha nulla da invidiare alla Grande Distribuzione Organizzata, ai Centri Commerciali e agli Ipermercati. Un settore vitale che, a livello nazionale, è in grado di generare 30 miliardi di fatturato e dare lavoro a più di 250mila addetti divisi tra quasi 183mila imprese. Che adesso, però, rischiano di rimanere schiacciate tra crisi, abusivismo, assurdi lacciuoli e una pressione fiscale insostenibile. Sono queste le considerazioni alla base della XX Assemblea nazionale dell’Anva – l’associazione di categoria Confesercenti che riunisce gli imprenditori del commercio su aree pubbliche – che si è tenuta a Roma con la partecipazione di una delegazione di ambulanti lucani. E’ stata l’occasione per fare il punto su un comparto economico tra i più antichi e caratterizzanti d’Italia, diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale attraverso oltre 5.800 mercati.
“Un patrimonio economico e culturale inestimabile – spiega il presidente di Anva, Maurizio Innocenti – intriso di storia e lavoro. I nostri mercati sono emblema planetario del colore e del calore del nostro commercio. E’ un patrimonio che altri ci riconoscono ma che noi -aggiunge- rischiamo di non sapere preservare. Fino a qualche anno fa i nostri mercati brillavano di vitalità commerciale nei principali centri delle città. La crisi economica e la crisi dei consumi, tuttavia, hanno travolto anche le nostre attività: abbiamo perso appeal”.
“Le istituzioni ai vari livelli – commenta Prospero Cassino, presidente Confesercenti Potenza – se ne ricordano in special modo quando dobbiamo pagare le tasse. Gli “ambulanti” da sempre sono trattati con poca attenzione dalla politica e spesso maltrattati dalle istituzioni, che non capiscono che sono una risorsa, e non un problema! Il nostro e’ un settore in grande difficolta’ come e’ in difficolta’ il commercio a posto fisso, perche’ calano i consumi in special modo al Sud, e in particolar modo tra i soggetti piu’ deboli della societa’, cioe’ i nostri clienti. Nonostante le difficolta’ e il calo delle vendite, aumentano il numero dei venditori ambulanti: questo significa che il nostro e’ un settore che procura lavoro e contribuisce a calmierare i prezzi del mercato, a fronte di una crisi generale. Ma – denuncia Cascino – i Comuni spesso non rispettano gli indirizzi regionali e ogni Comune funziona in maniera diversa dall’altro, applicando prezzi diversi e spesso altissimi, sia come occupazione di suolo pubblico, che come raccolta dei rifiuti, occupando lo stesso suolo e producendo gli stessi rifiuti. Senza ricevere in cambio nessun tipo di servizio! Nemmeno un bagno pubblico! Noi siamo convinti che dobbiamo invertire la tendenza e ottenere l’attenzione del mondo politico che ci è dovuta”.
Mag 06