Sono ripresi nella mattinata di lunedì 11 maggio in vico Piave gli accertamenti tecnici “non ripetibili” dopo il crollo della palazzina avvenuto l’11 gennaio scorso disposti dalla Procura della Repubblica nella zona compresa tra il civico 18 e il civico 26. Il crollo ha provocato la morte della giovane Antonella Favale e dell’ingegnere del Comune di Matera Nicola Oreste, quest’ultimo deceduto in ospedale il 27 marzo scorso. I rilievi tecnici, che andranno avanti per tutta la settimana, coinvolgono i periti della Procura, l’ingegnere strutturista Michele Colella, l’ingegnere Michele Laterza dell’Università di Bsilicata, periti e avvocati delle parti, i carabinieri che stanno svolgendo le indagini condotte in collaborazione con il pm del Tribunale di Matera Annunziata Cazzetta e i vigili del fuoco. A distanza di quattro mesi da crollo nessuna risposta concreta per le famiglie che hanno perso la casa e coloro che sono state costrette a lasciarla dopo lo sgombero disposto per motivi di sicurezza. Nonostante le rassicurazioni del Comune di Matera tutto tace. Si è appreso che l’Ater avrebbe individuato quattro alloggi, due in via Conversi, uno ad Agna Le Piane ed un altro nel borgo La Martella ma le procedure burocratiche sono molto lente e l’assegnazione di questi mini alloggi di 50 metri non è ancora avvenuta. Le famiglie sfollate si sono ritrovate davanti ad un bivio: continuare ad abitare presso parenti o amici piuttosto che prendere un’altra casa in affitto.
Michele Capolupo