Il Comitato Sassi, attraverso il suo portavoce Enzo Di Pede, torna a denunciare lo stato di devastazione, degrado e abbandono in cui versa la città di Matera ed in particolare i due antichi rioni patrimonio mondiale dell’Umanità. Di seguito la nota integrale.
Le cronache di questi giorni riferiscono che a discapito del mitico dossier di candidatura della nostra Città a capitale europea della cultura 2019 il territorio è in continua fase di devastazione, degrado, abbandono.
Le voci che si levano iniziano ad essere diverse, ogni giorno che passa ci sono notizie sempre più preoccupanti ed allarmanti. Sono giorni che Matera dovrà ricordare, perché in una Città dove non si vive, ma si soffre giorno dopo giorno, si osserva l’arroganza e le complicità di un potere oramai logoro, che prima di sprofondare dalla vergogna afferra tutto quello che luccica. Una cattiva gestione della cosa pubblica, dove ancora una volta invece di pensare a come poter risolvere in modo positivo i problemi li rende tali da precipitarli in un baratro.
Rimbombano ancora nelle mie orecchie i proclami di un noto architetto materano durante la presentazione del piano strategico della città: “La sfida è lanciata” e rivolgendosi ai cittadini materani li invitava a marciare compatti verso Matera 2019 (?), invitando la città a superare gli egoismi, le gelosie, le squallide lotte di potere per la spartizione di qualche incarico e le polemiche strumentali combinate ad arte solo per un tornaconto personale.
Altro che prospettive culturali del territorio, un perfetto scempio legalizzato dell’urbanistica materana, del volto della città di Matera, che si ripercuote nel presente e vedrà pesanti gravi ricadute nel futuro. Eppure l’amministrazione cittadina, non molto tempo fa, ha pubblicizzato le azioni obiettivo e i settori di intervento legate alle tre “R” di Riciclo, riduco e riuso, perché Matera, secondo queste tre parole, può produrre lavoro nella cultura e nella rigenerazione urbana. La realtà è un’altra invece di tre ridurrei ad una sola R: ridicolo.
In questi giorni il Comitato Sassi ha esposto le proprie problematiche alle massime autorità cittadine civili e religiose: Prefetto, Questore ed Arcivescovo, estendendo il messaggio, tramite le testate giornalistiche locali, alla città intera.
Qualcosa si sta muovendo, il materano piano piano sta riscoprendo l’habitat dei propri antenati, si sta riappropriando degli antichi rioni e sta verificando con i propri occhi lo stato di degrado e la noncuranza dell’amministrazione comunale. Altro che il profumo della focaccia esaltato da Landry (Comitato 2019), qui si continuano a respirare i miasmi della Gravina.
Nonostante i ripetuti inviti, le reiterate sollecitazioni e provocazioni da parte del Comitato Sassi per essere ricevuti dal sindaco, nulla è successo. Alcuni assessori si affannano a tenere incontri, ultimo ieri, solo con le associazioni di categoria, dove tutti si scoprono detentori del sapere e dove vengono dette cose fritte e rifritte, ma sempre inconcludenti.
Il periodo di questa amministrazione sarà ricordato per il proliferare di ponti, con notevole spreco di risorse pubbliche. Dopo quello di vico Commercio, i due svaniti nel nulla nel torrente Gravina, ora ne incombe un altro. Invece di trovare la soluzione alla chiusura di via Casalnuovo con via Buozzi, è in animo la costruzione, in quel sito, di un altro ponte. Questo vuol dire essere irresponsabili e fregarsene delle esigenze di chi vive ed opera nei Sassi. Per impedire questo ennesimo scempio siamo pronti ad iniziative coinvolgenti.
“I rioni Sassi sono per l’amministrazione comunale un peso, vengono considerati come l’operato di un maggiordomo pigro che spazza e pulisce solo intorno ai mobili e nasconde sotto il tappeto. La speranza è che nessuno lo alzi e se ne accorga. Senza capire che prima o poi questa “immondizia” affiorerà a galla e forse ricoprirà tutti loro”.
Il mio personale auspicio e di tanti onesti cittadini di Matera e degli antichi rioni che credono ancora che la gestione della cosa pubblica sia intesa come azione a servizio delle comunità, è di rivitalizzare la partecipazione democratica, non pilotata o condizionata, ma capace di restituire una serenità nel dialogo e nel confronto costruttivo cittadino oramai perduta.
Enzo Di Pede, Portavoce del Comitato Sassi