Tentata estorsione a mano armata, lesioni, porto abusivo di una pistola e di un coltello. Con queste accuse F. M. classe 1963, è stato tratto in arresto dalla Questura di Matera. I particolari sull’operazione di Polizia Giudiziaria portata a termine dagli uomini della Polizia di Stato di Matera sono stati illustrati in mattinata nel corso di una conferenza stampa nella sala Palatucci dal vice Questore Luisa Fasano e da ispettori della Squadra Mobile.
Gli agenti hanno verificato che F.M., pregiudicato con precedenti penali, ha aggredito il marito di una donna nei cui confronti avrebbe vantato “diritti aleatori” su una proprietà. Mercoledì scorso F.M. aveva puntato verso questa persona una pistola scacciacani modificata e aveva chiesto una somma in denaro di 20 mila euro e che venissero ritirate le denunce presentate contro di lui dalla coppia. Giovedì 15 maggio è avvenuta l’aggressione con calci e pugni in un bar alla periferia della città di Matera e a seguito di questo episodio per F.M è scattato l’arresto dopo la segnalazione della vittima al 113. L’uomo aggredito ha riportato ferite guaribili in 10 giorni. Durante la perquisizione degli agenti di Polizia nella casa di M. F. è stata ritrovata anche una pistola calibro 7,65 con alcuni bossoli e un coltello di genere vietato.
Il Pubblico Ministero Dott. Alessandra Susca, Sostituto Procuratore della Repubblica per il Tribunale di Matera, visto il verbale di arresto di arresto depositato in data 15.5.2014 alle ore 19, arresto eseguito dalla Squadra Mobile in pari data talle ore 11,30 nei confronti di:
Festa Michele nato a Matera il 15.10.1963 e ivi residente in c.da Matinelle snc;
attualmente in stato di arresto presso la Casa Circondariale di Matera, difeso di fiducia dall’avvocato Antonio Iuliano dl foro di Matera;
Rilevato che la polizia giudiziaria procedente ha eseguito l’arresto sulla base del presupposto che il fatto dovesse essere ascritto alla fattispecie del tentativo di estorsione aggravata e continuata;
Ritenuto che, per contro, il caso di specie deve essere ricondotto all’ipotesi di reato dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia e violenza alla persona, aggravato dall’uso delle armi; e tanto in virtù del principio costantemente affermato dalla giurisprudenza di leggittimità secondo cui “il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alla persona e quello di estorsione si distinguono non per la materialità del fatto, che può essere identica, ma per l’elemento intenzionale che, qualunque sia stata l’intensità e la gravità della violenza o della minaccia, integra la fattispecie estorsiva soltanto quando abbia di mira l’attuazione di una pretesa non tutelabile davanti all’autorità giudiziaria”;
Rilevato che per il reato di cui all’articolo 393 codice penale non è consentito l’arresto;
Ritenuto dunque di non richiedere la convalida del predetto arresto;
Visti gli articoli 389 codice procedura penale e 121 Decreto Legislativo n. 271/1989
Dispone che Festa Michele, sopra generalizzato, sia posto immediatamente in libertà.
Si comunichi
Matera, 16 maggio 2014, ore 15.20.
Il sostituto procuratore della Repubblica Alessandra Susca
Commissariato di Pisticci: una persona denunciata per maltrattamenti in famiglia.
Prosegue la delicata attività di prevenzione e controllo del territorio da parte del personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci, diretto dal Dottor Albano.
La denuncia che ha dato il via all’attività di indagine degli uomini del Commissariato è partita da una donna, madre di un bambino di poco più di dieci anni, ripetutamente insultata ed apostrofata negativamente dal compagno, anche alla presenza del minore, incolpevole spettatore delle ” sfuriate” paterne. Ed è così che la signora, stanca delle umiliazioni subite, decideva di presentare denuncia presso il Commissariato pisticcese. L’ immediata e oculata attività investigativa, condotta con tatto e delicatezza dal responsabile dell’ufficio Volanti, permetteva attraverso l’esame di testimonianze sugli episodi di violenza verbale riportati in denuncia, di riscontrare l’esattezza di quanto lamentato dalla donna nei cui confronti il compagno aveva rivolto minacce di morte e pesanti frasi ingiuriose ledendo la sua immagine di mamma agli occhi del figlioletto. Inoltre il bambino, in seguito agli spiacevoli episodi di insulti e minacce rivolte alla madre cui, suo malgrado, assisteva, iniziava a maturare un malessere psicofisico con difficoltà di relazionarsi coi suoi coetanei. Particolare questo che veniva confermato ai poliziotti che in diverse occasioni erano dovuti intervenire per riportare alla calma le discussioni tra la denunciante ed il denunciato. Pertanto, la precisa e completa ricostruzione della vicenda da parte degli operatori permetteva di pervenire a riscontri probatori tali da denunciare l’uomo per i reati di ingiuria e minacce, aggravati dalla circostanza di averli compiuti alla presenza di un minore.
Il caso, conclusosi grazie al coraggio della signora di denunciare e alla immediata attività di polizia che ne è seguita, porta all’attenzione non solo il triste fenomeno della violenza in famiglia, ma anche il dannoso corollario della violenza assistita: quella a cui sono sottoposti i figli, che assistono quotidianamente alle violenze familiari, e che si trascineranno come traumi a vita.
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