La legge regionale n° 39 del 2000 ha istituito la Riserva naturale orientata di S. Giuliano che ha come obbiettivo principale la tutela di quel territorio.
Per la gestione della predetta Riserva ci si avvale del Regolamento di Gestione che è stato pubblicato solo nel 2007 a sette anni, cioè, dalla nascita della Riserva.
In epoca successiva la Riserva si è dotata di un Piano di gestione, in buona parte non attuato per carenza di fondi.
E’ di questi giorni l’affidamento da parte dell’ Amministrazione Provinciale di Matera del Centro Visite, struttura che dovrebbe integrarsi nel contesto in maniera conforme ai dettati degli strumenti di tutela ambientale e di gestione finalizzata a detta tutela.
Nel regolamento di gestione vi è il divieto di atterraggio e di decollo di mezzi di qualsiasi tipo ed è interdetto anche il sorvolo a quota inferiore ai 500 metri.
L’ammaraggio è consentito solo per attività di soccorso e protezione civile e per il prelievo d’acqua per il servizio antincendio in quelle aree non interessate dalla presenza di fauna.
La regolamentazione è molto restrittiva perché non esiste nella Riserva un’ area non interessata alla presenza di fauna protetta. Ogni attività di sorvolo, ammaraggio e prelievo dovrebbe essere, perciò, esclusa ma è chiaro che solo per le emergenze questo non è consigliabile. La presenza dei mezzi aerei va limitata,quindi, solo alla effettiva emergenza.
Le attività di esercitazione potranno essere effettuate su altri invasi, di cui la Basilicata è ricca, che non presentano caratteristiche di rilevanza naturalistica e faunistica di importanza europea e di generale protezione ambientale simile alla Riserva di San Giuliano.
Si è avuto modo di verificare, invece, che l’addestramento svolto, normalmente, da due aerei tipo Fire Boss con cadenza quotidiana, spesso, prevede decine di sorvoli e carichi/scarichi di acqua nel giro di poche ore, protraendosi per lungo tempo. Numerose testimonianze di residenti, operatori e turisti denunziano questa situazione ed attestano disappunto per il pessimo segnale di tutela ambientale.
Come al solito data la ridondanza delle strutture amministrative presenti non si capisce chi è che può fermare quegli aerei: la Prefettura di Matera con il suo apposito ufficio di Protezione Civile, la Regione Basilicata con la sua identica struttura o forse l’Aviazione Militare perché trattasi di velivoli non identificati che si intromettono in spazi aerei nazionali?
Una cosa è certa che quei velivoli nessuno li vede tanto che sembrano fantasmi.
Associazione Città Plurale – Matera