Antonio Fedele, segretario regionale Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario d’Italia, in una nota denuncia che “la Regione Basilicata taglia i costi della prevenzione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza alimentare”. Di seguito la nota integrale.
I morti sul lavoro di questi giorni avvenuti sul cantiere dell’A3, all’altezza di Lauria, e nelle campagne di Montescaglioso pongono con drammaticità la problematica dell’insufficienza di personale deputato alla prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e dei relativi mezzi posti a loro disposizione.
Infatti, la Regione Basilicata, con legge n. 8 del 30.04.2014, ha deciso di tagliare il rimborso spese relativo all’uso dei propri automezzi anche del personale deputato alla sicurezza sui luoghi di lavoro e alla sicurezza alimentare.
Fra detto personale i Tecnici della Prevenzione sono quelli che maggiormente vengono penalizzati.
Infatti a fronte della responsabile flessibilità del lavoro dei dipendenti in questione, la Regione Basilicata risponde con il rimborso di 20 centesimi di euro per ogni chilometro percorso con automezzi propri, che non basta a coprire i costi di carburante, di ammortamento e manutenzione dei mezzi.
La messa a disposizione dei mezzi propri da parte del personale di vigilanza sopperisce alla cronica penuria degli automezzi che le aziende sanitarie locali pongono a disposizione dei dipendenti per cercare di assicurare i livelli essenziali di assistenza nella prevenzione primaria.
Pertanto la soglia dei livelli di sicurezza sui cantieri, della lotta alle agro piraterie e delle frodi alimentari si abbasserà ulteriormente a scapito dei consumatori e dei lavoratori.
Infatti, a fronte della grave carenza di Tecnici della Prevenzione nelle strutture sanitarie pubbliche, determinata dal mancato ricambio del personale collocato in pensione, la regione Basilicata risponde penalizzando e mortificando ulteriormente il personale attualmente in servizio.
Alle determinazioni restrittive assunte dalla regioni Basilicata, si sono levate vibrate proteste da ogni angolo del territorio regionale. Il Direttore Generale dell’ASP di Potenza per tutta risposta ha detto arrangiatevi.
In buona sostanza, secondo il predetto Direttore, il personale deputato alla vigilanza sulle delicate materie della prevenzione, deve utilizzare, in ultima analisi, i mezzi pubblici, circostanza molto concreta considerato la diffusa mancanza di automezzi aziendali nelle strutture sanitarie pubbliche.
Per rendere l’idea del danno provocato alla collettività, secondo il modello organizzativo dell’uso dei mezzi pubblici, si può fare l’esempio della Polizia che è costretta ad utilizzare automobili a pedale, mentre i ladri fuggono con una Ferrari, oppure la Guardia di Finanza forzata ad utilizzare barche a remi, mentre i contrabbandieri solcano il mare con veloci motoscafi.
Non è possibile assicurare i livelli essenziali di assistenza con la citata penuria di personale di vigilanza e con modelli organizzativi che impediscono, di fatto, il raggiungimento delle sedi dei cantieri di lavoro, degli operatori del settore alimentare e della mangimistica.
Infatti molte delle attività cantieristiche sono situate fuori dai centri abitati, gli allevamenti sono tutti sparsi nelle campagne, alcuni commercianti e trasformatori di sostanze alimentari sono posti nell’agro dei vari comuni della nostra regione.
Pertanto sarà impossibile raggiungere alcuni siti operativi e la produttività si abbasserà notevolmente a causa dell’utilizzo dei mezzi pubblici.
L’UNPISI, organizzazione professionale dei Tecnici della Prevenzione, riconosciuta maggiormente rappresentativa con decreto ministeriale, chiede alla Regione Basilicata di rivedere la propria posizione, investendo in prevenzione, risparmiando magari sulle spese riportate da molti organi di informazione sulla questione “rimborsopoli in salsa lucana” o sulla pletora di dirigenti, frutto di esigenze clientelari politiche e non di reali necessità organizzative e produttive.
Un esempio per tutti: la regione Basilicata è l’unica ad avere istituito due Dipartimenti di Prevenzione per ogni singola azienda sanitaria a differenza di altre regioni che, per servire milioni di corregionali, hanno costituito un unico Dipartimento.
Antonio Fedele, segretario regionale Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario d’Italia