Negli ultimi anni chi si occupa di alimentazione infantile, dai genitori alle istituzioni competenti, si è ritrovato a fronteggiare non poche emergenze “a tavola”. Quindi ci si interroga sempre più spesso su quelle che possono essere le scelte più oculate per offrire ai bambini cibi sani e sicuri. Le cattive abitudini alimentari, uno stile di vita sedentario e il marketing aggressivo di alcune multinazionali possono compromettere la salute dei più piccoli e, quindi, delle future generazioni.
Per questo, con la IX edizione della Giornata nazionale “Mangiasano” sotto lo slogan ‘Alimenti-amo’, VAS-Verdi Ambiente e Società onlus e Cia- Confederazione italiana agricoltori hanno inteso dare un contributo per divulgare un nuovo modello alimentare “naturale”. La Cia lucana – sottolinea il presidente Antonio Nisi – crede in particolare che le visite alle fattorie didattiche, la partecipazione ai laboratori di cucina, il contatto diretto con le produzioni agricole sia l’approccio migliore per l’educazione alimentare dei nostri ragazzi.
“La flessione continua dei consumi di frutta e verdura in Italia è da ‘allarme rosso’ – sottolinea il vicepresidente vicario della Cia, Cinzia Pagni. In meno di quindici anni gli acquisti di ortofrutta sono diminuiti di quasi il 30 per cento, passando dai 450 chili a famiglia del 2000 ai 320 chili del 2013. E la riduzione dei consumi riguarda soprattutto le nuove generazioni, con ben il 22 per cento dei genitori che dichiara che i propri figli non mangiano frutta e verdura quotidianamente, mentre al contempo cresce del 7 per cento il ricorso al ‘junk food’”. “Questo non è solo un problema serio per i redditi degli agricoltori –evienzia ancora la dirigente della Cia- ma un vero dramma per i riflessi che ha sulla salute pubblica. Oggi i costi sanitari di obesità e sedentarietà toccano, in Italia, 23 miliardi di euro all’anno. Più del 20 per cento dei bambini è in sovrappeso e il 10,4 per cento obeso. Quindi, circa un bambino su tre, tra i 6 e i 9 anni, ha problemi di alimentazione”.
“E’ necessario interrogarsi su quelle che sono le cause di questa situazione e cercare di porvi rimedio perché i costi sociali e umani sono inaccettabili. Ai neonati -ha evidenziato il vicepresidente vicario della Cia- si continua a proporre uno svezzamento anticipato e con cibi pronti e omogeneizzati, che influiscono sulla creazione di un gusto ‘artificiale’ e che abituano a una consistenza ‘innaturale’del cibo, mentre bisognerebbe partire dalla disponibilità locale di alimenti, cercando di prediligere quelli freschi. L’agricoltura italiana offre una gamma di prodotti davvero straordinaria, particolarmente varia, sana e di qualità: questo patrimonio andrebbe offerto ai bambini, che così sarebbero educati a riconoscerlo e apprezzarlo fin dalla più tenera età”.
“Scegliendo frutta e verdura locale, fresca e biologica si riduce l’utilizzo di pesticidi (i cui costi sociali in Europa ammontano a 78 milioni di euro), di imballaggi, di trasporti, si favorisce uno sviluppo della comunità e una migliore conoscenza del territorio e dei suoi sapori. Scegliendo l’allattamento al seno, si predilige l’alimento più sano e meno inquinato per il neonato, contenente sostanze protettive e stimolanti che aiutano a sviluppare un forte sistema immunitario, mitigando gli effetti dannosi dell’esposizione a residui chimici in utero e dopo la nascita. Attualmente, purtroppo, in Italia solo il 10 per cento delle mamme allatta in modo esclusivo al seno nei primi 6 mesi mentre il 50 per cento fa un allattamento misto con uno svezzamento precoce (e il 40 per cento non allatta affatto). Cia e VAS hanno quindi divulgato alcuni consigli pratici per mamme (in allattamento) e bambini (da 0 a 3 anni), ricordando una delle indicazioni più conosciute, ma anche più disattese, dell’OMS: il consumo di frutta e verdura. E’ ormai risaputo che bambini e adulti dovrebbero consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, ma spesso non è chiara la quantità effettiva a cui si fa riferimento. Il metodo per fare il calcolo è molto semplice: una porzione corrisponde a quella contenuta in un pugno chiuso di una mano. La quantità dipende, quindi, da persona a persona e in modo grossolano possiamo dire che, per nel caso di bambini, si tratta di 70 grammi di verdura e 100 grammi di frutta.