Enzo Di Pede, dirigente cittadino del PD di Matera, torna ad occuparsi delle primarie previste per la nomina del nuovo segretario regionale del Partito Democratico e scrive una lettera aperta al segretario cittadino Cosimo Muscaridola.
Di seguito la nota integrale.
Enzo Di Pede: “Caro segretario cittadino, avete finito l’ossigeno. Adesso sedetevi e meditate sui vostri errori”.
Con notevoli sforzi e sacrifici Matteo sta lavorando anche per voi. E lo fa a tal punto da meritare i complimenti di Bersani e non solo. E’ più facile rigenerare la politica in Italia ed in Europa che a Matera. Anche in Basilicata non è facile, assistiamo ad una pericolosa strategia del rinvio proprio da parte di chi ha la responsabilità di mettere in moto processi virtuosi di rinnovamento. Penso all’ex segretario-commissario già sottosegretario alla salute che fa orecchio da mercante e le lettere che arrivano dal PD di Roma nemmeno le legge. Il cambiamento, a quanto pare, da noi è duro da recepire, piuttosto si fa il finto tonto.
In città assistiamo ogni giorno ad uscite stampa del Sindaco dietro cui c’è il nulla, no oggi c’è l’azzeramento, anche dell’ultima giunta quella degli intellettuali. Ovviamente mi riferisco a Cappellla e Rivelli. Ma aspettiamo che sia finita la farsa dell’azzeramento della giunta e poi vediamo quanto ossigeno gli resta per arrivare vittorioso al traguardo. Si fa fatica a mantenere contatti, visite, scambi. Si fa fatica a fare parole, parole solo parole. Gli unici fatti sono quelli di mulino Alvino. Nel frattempo che la Corte dei Conti vi mandi sue notizie se fossi in voi andrei a leggerla la storia del mulino e dell’antica e nobile famiglia Alvino. Un famiglia di origini ebraiche che nel 1884 contribuì alla nascita del molino e pastificio Alvino & C.. Nacque quello che è stato definito il pastificio industriale di prima generazione. Grazie all’iniziativa del presidente della Banca Mutua Popolare di Matera, Vincenzo Alvino, assieme ad altri soci: Francesco, Michele ed Ernesto Radogna, Roberto Paolicelli, Giuseppe Fontana, Francesco Sinisgalli, Antonio Battista, Samuele Turris e Nunzio Masciandaro. Leonardo Ridola, invece, aprì il primo stabilimento che introdusse l’energia termica sostituendo quell’industria molitoria materana «caratterizzata dalla presenza di numerosi centimoli a mola verticale azionati dalla forza animale». Anche questo è oggi proprietà dell’amico imprenditore, benedetto dalla fortuna, che possiede fabbriche, alberghi e tante altre virtù. Oggi di centro, domani non si sa. Oggi ha conteso al padrino il contado di San Bernardino, portando un suo tataranno a primo cittadino.
Questi sono i fatti ed il contesto nel quale sono accaduti. Quelli che la gente, che li ha votati, si aspetta non appaiono ancora. Bisogna aspettare ancora qualche mese perché i cittadini materani, e tra questi i residenti e gli operatori che tengono in vita i Sassi, vedano rifiorire le speranze. Chiedo pazienza a chi ha investito i risparmi di una vita e che oggi si sente discriminato, ingannato ed abbandonato.
Chiedo di dimenticare il programma elettorale “Matera in testa”, che al primo punto metteva in risalto la partecipazione democratica.
Chiedo alla gente colpita dalla crisi di pazientare anche se so che solo grazie a qualche gentile ospite di questa nostra bella città riesce a mettere insieme la cena con il pranzo e non tutti i giorni.
Questi personaggi di partito dovrebbero vergognarsi di accreditare il vecchio gruppo dirigente di questa città che ancora sfoggia una qualità della vita eccellente e si rifiuta di lasciare il passo al nuovo che emerge. Un rinnovamento che oramai appare necessario ed urgente come si scopre ogni volta che si vota.
Anche questa volta il vecchio gruppo dirigente ha sbagliato valutazione e genera ricadute negative sul nostro territorio.
La metafora che più li descrive è la marcialonga fatta da inguaribili dilettanti che vanno spediti per i primi chilometri, ma, arrivati a pochi metri dal traguardo cadono a terra senza più fiato.
Dopo questa tornata elettorale che ha visto a livello nazionale il PD di Renzi vittorioso, superando addirittura le percentuali del vecchio PCI di Berlinguer nei momenti di massima gloria, il popolo italiano ha voluto ridare fiducia a chi realmente sta guidando il cambiamento.
In questa fase generale il PD nazionale ha conquistato lo storico traguardo collocandosi oltre la barriera del 40%, mentre noi, checché ne dica il segretario cittadino, non possiamo gioire. Nel 2009 nella provincia di Matera hanno votato 117.580 cittadini su 170.674 68,89%, il PD ha ricevuto 28295 consensi (28,53%). Nel 2014 su 170.587 elettori hanno votato 80.497 (47,18%)) al PD 28.168 (38,57%). Quindi ha votato un numero di cittadini pari ad almeno il 20% in meno rispetto al passato.
Noi a Matera governiamo oramai, si fa per dire, da 4 anni con SEL, con quanto rimane di IDV, con l’assetto variabile dell’ex UDC Cappella e company, con l’apporto del battitore libero scrivano Angelino pio e con “gruppi politici” anche loro mutabili che rappresentano solo se stessi.
Mi sarei atteso che l’analisi fatta dal segretario cittadino parlasse dei reali risultati dell’Amministrazione comunale “uscente” anche per capire quali saranno gli argomenti locali sulla base dei quali dovremo impostare la prossima campagna elettorale, invece ha galleggiato sulla vittoria altrui confermando che lo strumento politico nuovo qui da noi non è il canale di collegamento tra la società civile e le istituzioni, ma come una faccenda privata per pochi intimi.
Ecco perché Renzi, ancora ieri ad una domanda se il processo di rottamazione potesse finire, ha risposto: si la rottamazione può partire.
Chi, in questi giorni ha fatto propaganda elettorale per la nuova Europa girando nei rioni ha respirato esattamente la domanda di dare inizio alla rottamazione di un gruppo dirigente obsoleto e perdente. La gente non ha più l’anello al naso.
Per rinnovare e riprendere a crescere occorre una lotta contro il tempo, contro l’esasperazione, contro la miseria, contro la fame, contro il malaffare. Esimio segretario del PD materano, occorre riflettere pazientemente, senza arroganza e senza presunzione. Questa è l’unica condizione necessaria, per ridare credibilità all’azione dell’amministrazione di Matera recuperando stima nel rapporto con la gente. Lo stiamo ripetendo diverse volte. Se cade la considerazione e il rispetto della e nella gente cade, anche, chi deve essere almeno creduto se non stimato.
Poco vale sventolare la bandiera della cultura per coprire in modo pudico il degrado, l’abusivismo, le deroghe al PRG, gli inceneritori, i miasmi della discarica de La Martella, l’acquiescenza per le lentezze delle soprintendenze nel recupero dei beni architettoni e culturali, il degrado in cui versano gli antichi rioni Sassi.
La navigazione solipsistica e alla cieca del sindaco e di questa amministrazione fa da freno ad ogni possibilità di sviluppo e non basta alchimia di giunta per sopravvivere al nulla che si è prodotto nella città. Non basta più una narrazione di uno sviluppo possibile senza attivare gli strumenti di bilancio necessari a spendere i soldi che si hanno. La gente con cui parlo io ha un’idea fondativa di comunità e di istituzione municipale molto lontana da quella che state rappresentando voi e con quest’ultima e inutile crisi di giunta si raggiunge il ridicolo perché: la crisi siete voi!
Enzo Di Pede – dirigente cittadino del PD di Matera
Giovanni Angelino, chiamato in causa da Enzo Di Pede in questa nota replica al dirigente cittadino del PD. Di seguito la nota integrale.
Angelino (Consigliere comunale Gruppo Misto): “Enzo Di Pede, stai sereno”
A volte le difficoltà della vita si accaniscono così rapidamente da offuscare i pensieri e la percezione del mondo circostante. Dispiace davvero che una mente lucida come quella di Enzo Di Pede, militante del Partito Democratico, talvolta si possa perdere in un bicchiere d’acqua. Le sue elucubrazioni, ormai sempre più frequenti in considerazione di una campagna elettorale sempre più vicina, sembrano più il frutto di un’ossessione psicologica che di una razionale analisi di ciò che gli succede intorno. Se fossi un medico parlerei di logorrea. “Un esempio di logorrea è questo: parlare o mugugnare in maniera monotona, sa con altri sia con se stessi. Può verificarsi la ripetizione di particolari parole o frasi, spesso incoerenti. Credo che sia possibile una sola parola di conforto in risposta al comunicato del dirigente del PD che mi chiama in causa e la prendo in prestito dal suo nuovo idolo: Enzo Di Pede, stai sereno.
Giovanni Angelino, Consigliere comunale Gruppo Misto
Esimio avvocato-psicologo angelino dica al suo Mangiafuoco che spero non venga pagata dalle casse del municipio o del mio partito la parcella per la sua arringa a favore del segretario cittadino.
Ritengo che sia meglio passare per logorroico che essere appeso a dei fili.
A tal proposito le suggerisco di ascoltare, visto che leggere il testo potrebbe crearle difficoltà, la canzone di Edoardo Bennato : MANGIAFUOCO.