Donne in Campo e Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) della Cia della Basilicata sostengono il Progetto Cultura, Colture e Creatività, promosso da INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), in collaborazione con il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata. Il progetto ha l’obiettivo di analizzare come l’imprenditorialità giovanile e femminile contribuisca all’introduzione di elementi di innovazione sociale e culturale del mondo agricolo e rurale lucano. In particolare mira ad approfondire come i saperi e le tradizioni locali vengono rinnovati e innovati e come una nuova alleanza tra agricoltura e cultura possa favorire il rinnovamento imprenditoriale e sostenibile del settore agroalimentare.
La ricerca è realizzata nell’ambito di una convenzione con il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, relativa al Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013.
Si prevede la sperimentazione di un percorso partecipato per favorire lo scambio e la collaborazione tra persone, aziende, enti pubblici, centri di ricerca e associazioni di categoria del settore agroalimentare.
L’obiettivo più rilevante e fortemente innovativo – evidenzia Matilde Iungano, presidente Donne in Campoo – è la costruzione di una rete di donne e di giovani imprenditori attivi nel settore agroalimentare, la realizzazione di laboratori partecipati e la costruzione di un video racconto collettivo per scrivere e narrare in modo collaborativo una nuova geografia del mondo agricolo e rurale lucano.
Protagonisti della ricerca e della narrazione sono i giovani e le donne che operano nel settore agroalimentare e nel mondo rurale lucano che attraverso la loro esperienza, e con un approccio creativo e innovativo, contribuiscono alla valorizzazione del settore e del territorio. Si parte dalle esperienze che creano ponti tra tradizione e innovazione, sperimentano nuove pratiche e nuove forme di ideazione, produzione, riuso, condivisione e partecipazione che si aggiungono, si integrano e si ibridano con le modalità preesistenti e adottando strumenti di innovazione sociale e culturale utili anche alla coesione e allo spirito di appartenenza della comunità.
Le aziende ‘al femminile’, – afferma Iungano- tengono la crisi e per questo motivo è fondamentale che nel nuovo Psr venga promossa l’imprenditoria femminile agricola, come in generale favorire il ricambio generazionale, e sostenerla nei processi di innovazione. L’incidenza delle donne nelle aziende agricole lucane va oltre il 33 per cento, valore al di sopra della media nazionale (30,1 per cento). Riguardo al cosiddetto processo di modernizzazione dell’agricoltura – evidenzia ancora – caratteristica specifica è la sostenibilità economica e sociale delle aziende agricole femminili che producono tanti dei prodotti di eccellenza orgoglio del ‘made in Italy’ e che si distinguono per una particolare sensibilità ambientale, di tutela del territorio e delle tradizioni rurali.
L’agricoltura “in rosa” punta anche ai settori più innovativi come biologico, produzioni di nicchia Dop e Igp e vitivinicoltura, creando agriturismi, fattorie didattiche e fattorie sociali, agri-asili e agri-nidi. In particolare l’associazione segnala che, insieme al commercio, è proprio l’agricoltura il settore produttivo dove il tasso di ‘femminilizzazione’ è più elevato.