Vittorio Prinzi, già consigliere della Provincia di Potenza, in una nota sottolinea la preoccupazione dei disoccupati di Viggiano e della Val d’Agri, che temono un’invasione temporanea di lavoratori provenienti da fuori regione per la realizzazione della cosiddetta quinta linea nel Centro Olio di Viggiano. Di seguito la nota integrale.
E’ fondata e legittima la preoccupazione dei disoccupati di Viggiano e della Val d’Agri che, come in passato, si possa verificare un’invasione temporanea di lavoratori provenienti da fuori regione per la realizzazione della cosiddetta quinta linea nel Centro Olio di Viggiano. E’ da tempo, in verità, che le aziende interessate ai lavori stanno selezionando il personale da assumere direttamente o tramite agenzie interinali alla ricerca di manodopera qualificata. A tal proposito, accanto ai profili professionali ben noti (tubisti, elettricisti, elettromeccanici, saldatori…), sembra siano alla disperata ricerca del profilo di “sorvegliante”, che non trovano. Eppure la voce di una tale richiesta circolava da tempo e le aziende hanno sollecitato specifici corsi di formazione presso l’Assoil School, mai avviati per mancanza di fondi, che, invece, potevano essere adeguatamente impegnati dalla Regione, dai comuni beneficiari di royalties o dal Piano Operativo Val d’Agri. Sì, mancanza di fondi?! Ciò è veramente paradossale nella Valle delle royalties: da tanta ricchezza non si riesce a creare lavoro nello stesso settore petrolifero?! E, quindi, siamo alle solite: ancora una volta la Val d’Agri sta perdendo l’appuntamento con la possibilità di intercettare la domanda di mercato e di soddisfare il bisogno di lavoro, a causa della mancanza di profili professionali richiesti.
Pertanto, da una parte, va sostenuta fino in fondo la lotta dei disoccupati da parte delle istituzioni, della società civile e della stessa ENI, affinchè tutti i posti di lavoro possibili e soprattutto in questa fase, che coincide con un periodo nero per l’occupazione anche a Viggiano e in Val d’Agri, vengano preferibilmente dati a unità operative del posto. E si tratta di attività nelle quali può trovare occupazione anche manodopera generica, non necessariamente qualificata o specializzata. Da un’altra parte e al tempo stesso, occorre non smettere mai di fare formazione finalizzata a posti di lavoro concreti, come, ad esempio, quelli di sorvegliante. E mi chiedo: cosa aspetta la Regione Basilicata – Dipartimento Formazione – ad impegnare e rendere operativo, attraverso bandi ed avvisi, lo stanziamento di 700 mila euro per la formazione, nonostante le molteplici sollecitazioni di soggetti operanti nell’ambito del petrolio in Val d’Agri? Perdura, purtroppo, la consuetudine della Regione di arrivare a giochi ormai fatti! Inoltre, perché non destinare annualmente una somma adeguata del P.O. Val d’Agri all’attività formativa attinente il settore petrolifero, per tutta l’area interessata dalle attività estrattive (Val d’Agri e Alto Sauro)? Sembra che a tutto, a livello regionale, si debba far fronte con le royalties del petrolio, vero bancomat regionale, eccetto che all’emergenza occupazionale dell’area dove si estrae il petrolio, che ne ha più diritto! E se poi i Sindaci, quei pochi che dispongono direttamente delle royalties e che più di tutti conoscono gli umori e le voci del territorio, si mettessero insieme e mostrassero i muscoli, soprattutto nei confronti della Regione, e maggiore sensibilità per la formazione, coinvolgendo tutti gli altri, si potrebbe vivere in Val d’Agri un’altra storia, dove, finalmente, anziché mendicare un posto di lavoro lo si potrebbe, grazie al possesso dei requisiti, ottenere con dignità!
Vittorio Prinzi, già consigliere della Provincia di Potenza