“Impostato principalmente sul bonus degli 80 euro in busta paga per una limitata platea di beneficiari, che ha rappresentato come evidenziavo in precedenza, un riuscito spot elettorale per Renzi e per le elezioni europee, il decreto cosiddetto Irpef di fatto produrrà più danni sul piano della tenuta dei conti pubblici e dei mancati stimoli alla ripresa della domanda interna, che effetti benefici per la sempre auspicata ripresa dell’economia e della competitività delle imprese.
Per finanziare gli 80 euro e renderli strutturali con la prossima legge di stabilità per il 2015, si dovrà provvedere al reperimento di 15 miliardi di euro, cifra che, visto l’andazzo, probabilmente sarà definita con ulteriori tasse piuttosto che con misure provenienti dalla revisione della spesa”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente della Commissione Bilancio della Camera a proposito del dl irpef. “Un decreto legge, per il quale il Governo ha chiesto l’ennesimo voto di fiducia, definito dalla Corte dei Conti “ un surrogato” di quella che dovrebbe essere invece una reale ed equa riforma del carico fiscale; un decreto che fa ricorso a nuove tasse che finiranno per erodere buona parte dello stesso bonus; un provvedimento che evidenzia ampie lacune e perplessità in ordine alle stime legate al gettito derivante dalle disposizioni indicate come copertura finanziaria, che appaiono sotto dimensionate, a giudizio dei tecnici del Senato e della Camera dei Deputati.
Siamo di fronte pertanto ad un provvedimento che nel tentativo di inseguire una via per lo sviluppo, rischia di determinare effetti distorsivi sia sul versante dell’ulteriore aumento della tassazione per le famiglie e le imprese, che sotto l’aspetto della ripresa della domanda interna e dei consumi. Così come è già accaduto con i Governi Monti e Letta, con numerosi quanto inutili decreti legge per rilanciare il Paese, anche questo provvedimento rischia di infrangersi sulla barriera delle riforme promesse, nonostante i quotidiani ed insistenti proclami più legati al filo della immaginazione che alla realtà delle cose. L’”immaginazione al potere” e’ stata una tentazione di una fase culturale e politica del Paese che in verità non ha prodotto al risveglio grandi ricadute per il nostro Paese che ha dovuto ricominciare il suo cammino su basi più realistiche e attendibili .E’ il consiglio che ci permettiamo di suggerire al Presidente Renzi, più realismo perchè il sogno non si trasformi in un drammatico risveglio per tutti noi”.
Giu 17