Non solo i giovani lucani si dimostrano “tiepidi” nei confronti del Programma Garanzia Giovani ma anche le aziende della regione: a sette settimane dalla partenza tra le 87 aziende che si sono registrate sul sito nazionale mettendo a disposizione 579 posti, una sola è lucana (di Matera) che cerca un assistente commerciale, per altro con contratto a tempo determinato. Lo riferisce la UIL della Basilicata aggiungendo che gran parte delle aziende disposte ad attivare contratti sono lombarde, seguite da toscane, laziali e al Sud da campane, pugliesi ed abbruzzesi. Questo spiega, pe la Uil, perché i 1800 giovani lucani sinora registrati (su circa 89 mila) in 169 hanno espresso preferenza per i servizi di orientamento-formazione laziali, in 166 per quelli dell’Emilia Romagna, in 141 per la Puglia, in 135 per la Toscana, in 120 per la Lombardia. Con un budget di 1,513 miliardi sul biennio 2014-15 il programma punta ad assicurare a tutti i ragazzi tra i 15 e i 29 anni, disoccupati o Neet, un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio, altra misura di formazione o inserimento nel servizio civile. Entro due mesi dall’iscrizione al programma i giovani dovranno essere presi in carico dalla Regione di riferimento ed entro 4 mesi da questo momento dovranno ricevere un’offerta di studio o di lavoro. Gli iscritti che nella maggior parte dei casi risiedono in Campania (il 19% del totale), in Sicilia (16%) e nel Lazio (8%); il 2% in Basilicata.
Secondo il Centro Studi Uil Basilicata che ha dedicato un capitolo specifico del Rapporto 2014 all’impatto del Programma YG in Basilicata, curato dal prof. Gianpiero Tetta, emerge con chiarezza che il sistema dei servizi per l’impiego Regionale della Basilicata non ha la forza competitiva che richiede il meccanismo congegnato a livello ministeriale e che le azioni previste rischiano di non attecchire nel contesto socioeconomico locale, in considerazione della scarsità di risorse destinate per l’inserimento lavorativo o per l’autoimprenditorialità, anche con riferimento agli standard attualmente assicurati dalla Regione con le risorse comunitarie.
Appare evidente l’esigenza dell’amministrazione regionale di ricercare delle soluzioni tecniche che consentano di non disperdere la dotazione ministeriale da trasferire alla Basilicata per YG. Rispetto alla Garanzia Giovani ed in generale rispetto agli interventi che interessano l’innalzamento qualitativo dei servizi per l’impiego, il C.S. UIL pone l’attenzione sui seguenti temi:
• Favorire l’attivazione di seri strumenti di monitoraggio e controllo del contesto locale, attivando strumenti già esistenti quali l’Osservatorio Regionale per il Mercato del Lavoro, ed implementando ulteriori servizi informativi legati all’anagrafica scolastica ed alle imprese, propedeutiche alla pianificazione, monitoraggio e controllo delle attività di YG e dei programmi
operativi in generale;
• Definire un meccanismo rigoroso di individuazione di operatori privati in grado di attivare servizi per l’impiego e l’orientamento attraverso criteri di
selezione qualitativi e con la definizione di attività a supporto dell’offerta pubblica;
• Definire interventi aggiuntivi rispetto a quelli previste dalle schede ministeriali in modo da rendere competitiva l’offerta dei servizi regionali;
• Favorire la partecipazione attiva delle PES per l’attività di informazione ed indirizzo dei destinatari degli interventi, con particolare riferimento ai
targets “più deboli” per i quali potrebbe risultare più difficile l’attivazione di percorsi d’inserimento previsti dalla YG .
Rispetto alla governance degli interventi della Garanzia Giovani, si ritiene di strutturare un modello permanente che a partire da YG, sia applicabile a tutti i processi decisionali e programmatici legati alla filiera istruzione-formazione-lavoro, con meccanismi di partecipazione e decisione condivisi ma allo stesso tempo assai agili ed efficaci. Un modello di governance dove l’operatore pubblico assume un ruolo di guida e di proposta e dove le parti sociali possano portare il loro contributo propositivo, con la possibilità di avere strumenti per monitorare e valutare costantemente l’efficacia degli interventi rispetto agli obiettivi definiti in maniera concorde.