In profonda consonanza con la metodologia partecipativa che caratterizza il processo di candidatura di Matera a Capitale europea della cultura, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata è impegnata da tempo nello sforzo di rendere il Museo di Palazzo Lanfranchi un punto di riferimento culturale per la comunità: un luogo aperto, accessibile a tutti i pubblici, capace di parlare a tutti e con tutti. Una ‘casa della cultura’ invitante e interattiva in cui venire a produrre insieme nuova conoscenza. Per questo stiamo realizzando un nuovo sistema di comunicazione che renda più immediati e vicini i tanti contenuti del museo.
Ma non basta cambiare il Museo e la sua narrazione: bisogna colmare una distanza, reale e metaforica, tra persone e luoghi, per avvicinare i cittadini alla cultura, per diventare tutti insieme ‘abitanti culturali’.
E allora il “Museo esce dal Museo” e va verso la comunità. Esce dai luoghi deputati e entra nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie, nei centri dove si svolgono le attività di sostegno, nei luoghi del lavoro, delle relazioni, della vita. Questa è la politica culturale della Soprintendenza, che mette al centro delle sue azioni il coinvolgimento concreto dei cittadini nelle attività connesse alla tutela del patrimonio culturale.
In quest’ottica nasce la manifestazione MUSEO X UN GIORNO, la cui prima puntata si è tenuta nel novembre scorso nel Rione Spine Bianche. In quell’occasione la Soprintendenza ha portato fuori dal Museo opere d’arte e le proprie competenze, allestendo nelle case delle famiglie dei piccoli laboratori di restauro per un giorno oltre ad una mostra nel Centro per Persone Down, stabilendo un primo rapporto di collaborazione/condivisione con un pubblico che solitamente non frequenta i Musei e i luoghi tradizionali della cultura.
Sulla scorta di questa straordinaria esperienza si apre il secondo appuntamento, che coinvolgerà gli abitanti del Quartiere Serra Rifusa. Anche in questa occasione opere d’arte e fotografie d’autore usciranno dagli spazi deputati e raggiungeranno i luoghi del quotidiano in un percorso attraverso l’opera di Carlo Levi che dai dipinti del confino [1935 – 1936] giunga al grande telero di Lucania ’61 realizzato dall’artista per rappresentare la nostra regione alla grande mostra torinese per il I Centenario dell’Unità d’Italia.
Un progetto del genere si può costruire solo insieme: la Soprintendenza ha potuto contare sulla preziosa collaborazione del Quartiere: tre famiglie, Tota, Montemurro e Colangelo, che hanno aperto le porte delle loro abitazioni a questa iniziativa, il CIP – Centro Integrato Polivalente, diretto dal dott. Edoardo De Ruggieri insieme ai suoi utenti e alle famiglie, la Parrocchia Maria Madre della Chiesa guidata da don Filippo Lombardi con la comunità parrocchiale e la Residenza Assistenziale Monsignor Brancaccio diretta da Antonio Lionetti con i suoi ospiti.
Al centro dell’iniziativa di quest’anno c’è la mostra Il futuro ha un cuore antico che si articola in tre distinte sezioni tra di loro tenute assieme da un unico filo narrativo leviano: i dipinti del confino [dieci tele realizzate da Levi negli anni 1935 – 1936] che saranno allestite nella Parrocchia del Quartiere, dove ha sede la Scuola estiva con i bambini che stanno portando avanti attività didattiche ispirate ai temi trattati da Levi; nelle abitazioni private delle Famiglie Tota [Via Boito 3], Colangelo [Via dei Bruzi 74], Montemurro [Via dei Bruzi 92] verranno esposti i dipinti: Autoritratto [1935], Ritratto di Rocco Scotellaro [1952] e Lamento per Rocco Scotellaro [1954]. Sono opere che fanno tra trade union con la terza sezione della mostra allestita nei locali del CIP dove saranno esposte le fotografie di Mario Carbone, che accompagnò Levi nel viaggio in Basilicata nella primavera del 1961 [le foto ritraggono i personaggi dipinti in Lucania ’61] e verranno proiettate immagini del grande telero, intorno al quale si svolgeranno momenti performativi e letture di brani tratti dal Cristo si è fermato a Eboli e sarà proiettato in loop il documentario di Massimo Mida La Lucania di Carlo Levi, con testimonianze di Italo Calvino, Renato Guttuso e dello stesso Carlo Levi che illustra il significato e i personaggi del grande telero.
Alla Casa di riposo verrà ‘prestata’ la Fossa dei Bersaglieri [orari d’ingresso alla Residenza: 10.30 – 12.30 / 16.00 – 20.00] e si terrà un incontro con gli anziani ospiti [ore 11.00] per illustrare i contenuti e le finalità dell’iniziativa e presentare la figura e l’opera di Carlo Levi.
Per l’intera giornata, inoltre, gli abitanti di Serra Rifusa saranno coinvolti in una azione collettiva creativa portando un oggetto della loro vita nella piazza del Quartiere [conosciuta come piazza Unimed], dove lo IAC – Centro di Arti Integrate, con Andrea Santantonio e Nadia Casamassima e la collaborazione di Massimiliano Burgi provvederanno – dopo aver girato nei giorni precedenti la manifestazione per le abitazioni – al allestire una mostra che avrà il senso di un ideale scambio tra il Museo di Palazzo Lanfranchi e le case del quartiere. Per un giorno in queste case entreranno le opere di Carlo Levi. Per un giorno, dalle stesse case usciranno oggetti destinati a diventare “museo del quartiere”.
Si tratta, in conclusione, di una iniziativa di valore non solo culturale ma anche sociale, che si prefigge di promuovere un coinvolgimento attivo dei residenti, sollecitati a costruire ‘insieme’ momenti di partecipazione e promozione culturale all’interno e all’esterno di alcuni spazi rionali sia pubblici che privati.
Le attività programmate si svolgeranno nell’arco dell’intera giornata e avranno inizio alle ore 10.00 alla Parrocchia Maria Madre della Chiesa, con l’incontro con i ragazzi della Scuola Estiva di don Filippo.
Alle ore 17.00, sempre nella Parrocchia, interventi del Soprintendente Marta Ragozzino, dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Ligorio, del Sindaco Salvatore Adduce, del Direttore di Matera 2019 Paolo Verri.
La serata si concluderà nella Piazzetta di Via dei Peucezi, con l’esibizione della Banda di Rino Locantore di Montescaglioso che si esibirà in un concerto a sostegno della candidatura di Matera a Capitale della Cultura 2019.
Il sindaco Adduce su questa iniziativa della Soprintendenza dice: “Fare questo scambio è un ulteriore passo in avanti per la candidatura di Matera a capitale della cultura europea 2019 ed è un modello che dobbiamo suggerire perché Matera da capitale contadina povera, con una rottura si è introdotta in un terreno ricco di idee per poter costruire questo circuito che è geniale. A Matera si attinge una grande cultura e noi dobbiamo crogiolarsi nel nostro brodo. Non possiamo permetterci di campare di rendita. Noi ci troviamo di fronte ad un bivio e imbroccheremo la strada giusta con la nostra storia e l’eredità del nostro patrimonio”.
Don Filippo Lombardi: “Ho subito raccolto l’idea della Ragozzino. Bisogna uscire dal parametro standard della cultura, occorre andare oltre e plaudo a questa iniziativa con l’obiettivo di riscoprire questa chiesa di Serra Rifusa che custodisce nel suo interno opere antiche. Siamo in un quartiere nato quarant’anni fa, che presenta al suo interno famiglie di professionisti e bisogna risvegliare il senso dell’arte che è in ciascuna persona”.
Il direttore della casa di riposo “Brancaccio” Lionetti : “E’ la prima volta che il Brancaccio è visto con un ottica diversa e noi stiamo lavorando per renderlo luogo di cultura”.
Il direttore di Matera 2019 Paolo Verri: “ Con l’iniziativa della Ragozzino possiamo coinvolgere i cittadini e quindi la comunità tutta per cui posso dire che la città si muove all’unisono. Noi siamo partiti dal Borgo La Martella con i balconi fioriti e orgogliosamente dobiamo mettere in gioco questo lavoro collettivo, un lavoro che ci sta qualificando sempre più”.
Il direttore artistico di Matera 2019 Joseph Grima: “Sono convinto della bontà di questo progetto per Matera che di per se è un museo e sono convinto che questa idea della Ragozzino consente a Matera di dialogare con il mondo grazie a questo lavoro collettivo e questo costituisce il vero paradigma perchè Matera 2019 parlerà al mondo intero per affermare il suo patrimonio unico”.
La Ragozzino conclude così: “Con l’apertura dei Musei si apre il nuovo concetto della conservazione del Patrimonio che rivive tutti i giorni con la presenza della gente. Presto riapriremo nuovamente i Musei di Notte”.
Interviste di Carlo Abbatino