“Il decreto legge n. 90 del 2014, conosciuto come decreto di Riforma PA, messo a punto dal Ministro Madia, introduce due importanti e positive novità per contrastare il fardello burocratico (oltre 30 miliardi di euro all’anno) che grava su imprese e cittadini: l’agenda della semplificazione amministrativa e i “moduli standard”, validi su tutto il territorio nazionale, per comunicare con le pubbliche amministrazioni.” Lo afferma una nota della Cna a firma del presidente provinciale Antonio Aloisio.
“Siamo in presenza di misure – sottolinea la Cna – che potrebbero eliminare le anomalie che hanno impedito il decollo degli interventi di semplificazione amministrativa, a partire dall’assenza di linee di indirizzo condivise tra Stato, Regioni e Province, al cronoprogramma per la loro attuazione”.
“La definizione di un’agenda della semplificazione amministrativa, fissando chiaramente obiettivi e tempi, è un metodo che consente di misurare la credibilità e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti e di assegnare responsabilità e sanzioni precise”.
“Serrare le fila tra i vari livelli istituzionali e amministrativi per arrivare alla definizione di moduli unificati e standardizzati su tutto il territorio nazionale per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni da parte di imprese e cittadini, – conclude la nota della Cna – è sicuramente uno dei passaggi obbligati se vogliamo costruire un Italia moderna”
Per avere un’idea più precisa agli artigiani ed in generale alle Pmi la burocrazia costa 5 miliardi di euro l’ anno. Una gigantesca tassa nascosta. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per conto della CNA, in un anno la “macchina della burocrazia” brucia 47 giorni di lavoro (cioè due mesi) di ogni imprenditore, e consuma 28 giorni dei suoi dipendenti. Totale: 11 mila euro per impresa. Pesante e invisibile, la burocrazia “all’italiana” (caso unico al mondo fra i grandi paesi industriali) è un mostro che ruba tempo (tanto e prezioso) all’imprenditore e ai suoi dipendenti, e viene percepita come un forte limitatore di crescita e di sviluppo dell’attività.
Un esempio ? La richiesta di informazioni. Non solo – evidenzia Aloisio della Cna – è eccessiva e complessa, ma spesso la stessa informazione è richiesta più volte. E per il 72% delle imprese l’aspetto meno accettabile della burocrazia sono i costi da sostenere per assolvere alle pratiche. Una quota quasi identica (il 68% del totale) mette sotto accusa la perdita di tempo derivante dall’assolvimento delle pratiche burocratiche. L’imprenditore, oltre a dover disporre di consulenza esterna, è coinvolto direttamente: deve sottrarre 47 dei propri giorni lavorativi in un anno e rinunciare a 28 giorni lavorativi dei propri dipendenti.
Giu 26