C’erano anche l’imprenditore lucano Marco Saraceno, già presidente nazionale dei Giovani di Confagricoltura ed Egidio Digilio, già senatore di Futuro e Libertà alla convention al Palazzo dei Congressi all’Eur a Roma intitolata “Partecipa, l’Italia che vorresti” promossa da Gianfranco Fini. Saraceno è stato intervistato sui temi e i valori della nuova generazione di imprenditori. Digilio volutamente ha scelto un ruolo più defilato (non a caso si è seduto a metà platea) per riprendere il cammino – sottolinea – avviato proprio con Fini ai tempi del Fronte della Gioventù quando la militanza e l’impegno erano autentica passione senza chiedere nulla in cambio e quindi per condividere il destino di Fini di “allenatore” di una squadra lucana della destra che non c’è. Condivido la mission di Fini: Compito della mia generazione – continua – deve essere in primo luogo quello di offrir loro l’opportunità di dimostrare quel che sanno fare. Vanno messi alla prova; per questo le generazioni più mature devono fare un passo “di lato”, senza far mancare ai più giovani l’esperienza acquisita nel tempo» «Vogliamo “investire” sui nati a cavallo degli anni ottanta è sufficiente ascoltarli per scoprire che i giovani sono oggi di certo preoccupati e a volte disorientati, ma tutt’altro che spenti e rassegnati». «Il primo dovere che abbiamo” è quello di rivolgerci “non tanto ai partiti di destra e centrodestra” quanto “ai tantissimi lucani che oggi sono profondamente delusi dal centrodestra. Questi hanno voltato per questo le spalle al centrodestra. Hanno fatto altre scelte, non hanno votato oppure hanno votato Grillo o Renzi. E’ stato un risultato catastrofico, che dobbiamo tenere bene a mente, all’insegna dell’umiltà” Quanto ai Fratelli d’Italia, non possono usare la storia di Alleanza nazionale per sostenere ciò che vanno dicendo. E lo dice chi è stato in Basilicata l’ultimo segretario del Movimento sociale italiano, senza nulla di personale: è un’analisi politica”.
Fini – afferma Digilio – ha fatto bene a ribadire ”di aver commesso degli errori”. Ma ”questo non significa essere pentiti, perche’ il tempo e’ galantuomo e oggi dobbiamo cercare di ragionare rivolgendoci non tanto ai partiti di destra o di centrodestra presenti in Parlamento ma ai tantissimi italiani disorientati e delusi per la condizione del centrodestra. L’obiettivo è di ”ridefinire un’identita’ della destra”, senza appropriarsi dello slogan renziano della ‘rottamazione’ ”perche’ non si butta alle ortiche una storia”. Ma la destra ”deve alzare la bandiera del rinnovamento, di valori e principi ma anche di volti. La presunzione non e’ quella di tornare in campo, ma di allenare insieme ad altri una squadra che sia in grado di giocare e tornare a vincere. Un mix tra esperienza e rinnovamento, tradizione e rinnovamento”. Senza ricommettere l’errore di puntare ad aggregare il piu’ vasto numero di formazioni possibile. In Basilicata – conclude Digilio – c’è un’area culturale, ideale e civile, come insegna il successo del sindaco Deluca a potenza, che non attende altro. Dobbiamo solo con umiltà metterci al servizio di un progetto.