Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giovanna Bellizzi, portavoce del comitato Mediterraneo No Triv in cui si chiede di limitare le estrazioni petrolifere per puntare sull’agricoltura e sul commercio dei suoi prodotti. Di seguito la nota integrale.
La Commissione Parlamentare ha preso visione degli impianti dell’Eni e della Tecnoparco e, fermo restando che le valutazioni dell’ ispezione potranno essere fatte solo in seguito, emerge in modo inequivocabile, un approccio approssimativo a questioni di grande rilevanza.
Come considerare la proposta di spostare Pisticci scalo e i suoi abitanti in altra zona a causa dei miasmi?
Siamo costretti a dover spiegare noi come cittadini a dei parlamentari, che i miasmi costituiscono inquinamento ambientale? Conosce la Commissione Parlamentare i dati dell’inquinamento della Valbasento, e al riguardo cosa propone Mucchetti di spostare anche l’agricoltura?
E’ una proposta inaccettabile, intollerabile e frutto di un modo approssimativo di affrontare questioni di grandissima importanza per i tanti cittadini non solo di quella zona .
In una recente intervista apparsa sul Quotidiano della Basilicata, si parla di rassicurazioni ai parlamentari della X Commissione dall’Eni sui pozzi di rieniezione.
L’intervistato, dichiara Eni ha garantito circa la sicurezza, al cento per cento, dei pozzi di rieniezione.
Bene. Quindi è tutto a posto. Ma una domanda al parlamentare la possiamo fare?
Domandare e chiedere rassicurazioni a Eni comporta necessariamente una risposta imparziale e obiettiva? Qualcuno dimentica che la legge impone l’applicazione del principio di precauzione nel caso studi scientifici, obiettivi, trasparenti e soprattutto imparziali, non sono in grado di assicurare l’assenza di conseguenze per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Non è sfuggito ai Lucani che l’ispezione della Commissione Parlamentare non ha preso in alcuna considerazione gli altri comparti produttivi della nostra regione.
Agricoltura e turismo sono voci economiche importantissime per noi e hanno anche l’indubbio pregio di poter essere svolte senza impatti per l’ambiente. Lo sviluppo economico non si persegue solo con un settore o a scapito di altri. E oggi il futuro della Basilicata è l’agricoltura, il commercio dei suoi meravigliosi prodotti e il turismo. L’unica riserva strategica della Basilicata è l’acqua potabile di cui la nostra terra è ricchissima. Non vogliamo e non accettiamo la proposta del petrolio lucano come riserva strategica nazionale.
Inoltre, per agricoltura biologica e turismo eco-sostenibile non c’è bisogno di dover scomodare il principio di precauzione.