Gianni Rosa, consigliere regionale di Fratelli d’Itaia inviata il Governatore Pittella a mettere in atto misure concrete per rilanciare i livelli occupazionali in Regione. Di seguito la nota integrale.
Pittella si è sempre dichiarato uomo di buon senso. Speriamo lo usi.
In fase di approvazione di bilancio, avevamo già espresso la nostra contrarietà alla norma che riproponeva i soliti provvedimenti fallimentari per favorire l’occupazione giovanile, ovvero il famoso contributo economico al datore di lavoro che assume. Ma la norma era passata lo stesso (articolo 21 della “Legge di Stabilità regionale 2014” – L.R. n. 8/2014).
Già allora avevamo messo in guardia il Governatore. “Non basta un bonus” gli avevamo detto “a convincere un imprenditore ad assumere. Soprattutto a tempo indeterminato. .. Perché un imprenditore assume se ha bisogno di mano d’opera. E ha bisogno di mano d’opera se c’è domanda.”.
Lo avevamo persino redarguito sul fatto che gli stessi incentivi all’occupazione che proponeva erano previsti (e lo sono ancora oggi) da leggi nazionali e che si erano rivelate un vero fallimento.
Gli avevamo ricordato che c’erano ancora “i 500 giovani del reddito ponte in giro con il voucher da 10.000 euro in cerca di occupazione”.
Nulla. La norma passa e i 5 milioni di euro, che potevano essere utilizzati per un reale sostegno al mercato del lavoro, come il rifinanziamento del credito d’imposta, finiscono ad alimentare il “Fondo per l’occupazione per l’assunzione di nuovi lavoratori e la trasformazione dei contratti atipici e/o a tempo determinato in contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato”, finanziando provvedimenti, già propinati ai lucani, che non hanno funzionato.
In questi giorni, due dei maggiori quotidiani nazionali “la Repubblica” e “Il Corriere”, prendendo a base i dati ufficiali Inps di fine giugno, certificano il fallimento del provvedimento nazionale “bonus giovani”. Un flop, lo definiscono, su 100.000 assunzioni previste solo 22.000.
Oggi, ci riproviamo e con una lettera indirizzata al Governatore gli chiediamo di ritornare sui suoi passi e comportarsi come un ‘buon padre di famiglia’. Di accettare l’evidenza dell’errore compiuto e di dirottare quei soldi su programmi che diano realmente una speranza ai nostri tanti giovani.
Speriamo nel buon senso tanto sbandierato da Pittella. Altrimenti non ci resterà che dire “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.