Comincia a lievitare il programma culturale che si svilupperà fino al 2020 lungo il cammino di Matera a capitale europea della cultura. Mercoledì e giovedì scorso il direttore generale e il direttore artistico, Paolo Verri e Joseph Grima, insieme ai due consulenti, Agostino Riitano e Chris Torch, a al project manager, Rossella Tarantino, dopo aver trascorso diverse settimane ad ascoltare il territorio e le associazioni culturali hanno incontrato 80 soggetti lucani di profilo diverso (associazioni, artisti, operatori, imprenditori) per iniziare a lavorare su 8 cluster progettuali insieme a tutte le realtà lucane. Stamane, nella sala conferenze de Le Monacelle, i partecipanti al workshop hanno restituito alla comunità alcune delle idee che, nelle prossime ore, saranno ulteriormente approfondite.
Aprendo l’incontro, Grima, ha illustrato il metodo dei laboratori di comunità sottolineando la necessità, così come indicato dalla giuria della candidatura, di individuare alcuni parametri per la selezione dei progetti. “Abbiamo individuato – ha detto il direttore artistico – otto valori di cui bisognerà tener conto. A partire dalla frugalità: Matera è uno dei posti al mondo dove l’uomo non avrebbe mai potuto vivere. E invece è proprio qui, con la sua genialità e un sapiente uso dell’acqua, che è riuscito a insediarsi per millenni. Un secondo parametro è la collaborazione con altre realtà europee. Il terzo è l’accessibilità, nel senso che la proposta culturale deve essere accessibile a tutti. Segue il coraggio, laddove la cultura non è solo intrattenimento, ma è anche rottura di modelli tradizionali, rischio. E ancora la generosità e la passionalità. E infine, la liminalità, il valore della periferia e della marginalità, e la magia, progetti fatti con la testa, ma anche e soprattutto con il cuore”.
Subito dopo sono intervenuti alcuni dei partecipanti ai laboratori di comunità che hanno indicato anche qualche traccia di lavoro su cui si svilupperà l’approfondimento. Come quello sul pane, metafora di creatività, ma anche di prodotto collettivo. Un progetto che intende mettere in rete sette nazioni europee a partire dalla Bulgaria. O come quello sulla transumanza, metafora del viaggio, ma anche del cambiamento e della rottura dell’ordine, come avviene con il carro della Bruna. O come la osservazione dello spazio per rilanciare il ruolo del centro di geodesia spaziale sul terreno delle relazioni europee anche in considerazione che il 20 luglio del 2019 sarà il 50esimo anniversario dello sbarco sulla luna.
“E’ solo una piccola parte – ha detto Verri – del lavoro che si sta facendo. E che troverà altri momenti di confronto e di condivisione con tutta la comunità. Ma in questo cammino è fondamentale che ciascuno sia pronto a partecipare e ad allargare la rete della partecipazione. Ciascuno di noi deve orgogliosamente sentirsi incluso in questo cammino e svolgere il ruolo di ambasciatore della candidatura”.
Verri ha quindi indicato le prossime tappe: “A settembre consegneremo il dossier, il 7 ottobre riceveremo in visita a Matera una delegazione della giuria e il 16 ottobre andremo a Roma per l’ultima prova. La sfida è alta, ma ce la faremo se ciascuno di noi si sentirà protagonista attivo di questo entusiasmante cammino di comunità”.