La richiesta di un’audizione in Quarta Commissione è stata rivolta dal presidente di Sanità Futura Michele Cataldi al presidente della stessa Commissione Luigi Bradascio.
“Sono molti gli argomenti del nostro Servizio Sanitario Regionale che meriterebbero di essere approfonditi con auspicabile partecipazione e trasparenza. Oltre all’impatto delle grandi trasformazioni in itinere legate allo scenario nazionale ed internazionale – scrive Cataldi – restano i nodi regionali della Legge 28/2000, delle complicazioni burocratiche, della perequazione e distribuzione di servizi e risorse, del recepimento delle norme nazionali e della “posa in opera” del Piano Sanitario Regionale. Per le problematicità derivanti da questi temi e dal loro sostanziale abbandono ne consegue un appesantimento ed una accelerazione della situazione di crisi in cui versa e soccombe la risorsa più virtuosa del servizio sanitario regionale: quella costituita dalle strutture accreditate private. A questo proposito la nostra Associazione, che per evidenti ragioni è investita in prima istanza dalle richieste di aiuto e dalla responsabilità pressante di trovare soluzioni tempestive, ritiene doveroso chiedere di essere ascoltata in via di urgenza attraverso una propria rappresentanza presso la Quarta Commissione. Riteniamo che le soluzioni possibili non più dilazionabili possano e debbano essere compiute nelle sedi più autorevoli della partecipazione democratica”.
L’urgenza della richiesta trova ulteriore motivazione dopo la recente sottoscrizione del Patto per la Salute che favorisce la mobilità tra le regioni degli utenti del Servizio Sanitario Nazionale sino alla mobilità in tutt’Europa.
“Mentre ribadiamo la nostra disponibilità alle prestazioni sanitarie by night, o nei giorni festivi – sottolinea il presidente di Sanità Futura – pensiamo che ormai sia matura la necessità di un tavolo unico con tutti i soggetti sociali in campo – sindacati, Asp e Asm, Regione, associazioni della sanità privata accreditata – per un confronto, scevro da preconcetti che non hanno alcun senso e per individuare un cronoprogramma di azioni da mettere in atto velocemente. Le azioni devono riguardare tutte le risorse umane e professionali, le strutture e le capacità di cui il sistema sanitario regionale nel suo complesso dispone, nella consapevolezza che non esistono “frontiere regionali” e che l’utenza da attrarre vive a soli pochi chilometri dalle nostre strutture senza barriere da superare se non quelle che noi costruiamo”.
La “ricetta di Sanità Futura” si fonda su “quattro Torri”, intese come strutture delocalizzate rispetto al centro della regione, per azzerare il saldo passivo non la migrazione, attraverso l’attrazione di nuova utenza extraregionale. Una ricetta basata sulla presa in carico di un problema più grande che richiede un approccio interdisciplinare e fatto di reale semplificazione amministrativa. Si pensi alla possibilità di configurare le strutture in modo da offrire servizi e prestazioni sanitarie “all in day”, in un solo giorno, per il diabete, per l’ipertensione, per la menopausa, per la sindrome tiroidea e per tantissime patologie a larga diffusione sociale che sono poi quelle a più alto rischio di complicanze.
Michele Cataldi, Sanità Futura