Franco Vespe denuncia una disavventura registrata in occasione del saggio di musica programmato sabato scorso a Palazzo Viceconte di Matera e organizzato dall’istituto Suzuki. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
Mercoledì scorso mi raggiunge Mauro, il padre di miei due scacchisti-cucciolotti che fanno parte della scuderia dell’Accademia Materana. Mi consegna con orgoglio mista a gioia, l’invito per andare ad ascoltare il saggio di musica a Palazzo Viceconte di Matera alle 19:30 di sabato 12 luglio 2014 organizzato dall’istituto Suzuki dove si esibiranno non solo i suoi vivaci figlioletti ma anche altri scacchisti “tascabili” che l’Accademia materana condivide con l’istituto Suzuki di musica. Giusto per capirci il Suzuki è un metodo inventato dai giapponesi che conta simpaticamente di insegnare la musica ai bambini coinvolgendo nell’impresa anche i genitori. E’ un metodo fortemente sconsigliato negli scacchi se non altro perché altrimenti i bambini umilierebbero l’amor proprio e l’orgoglio dei genitori a causa della loro rapidità di apprendimento. Ma non divaghiamo! Sapevo che i miei ragazzi sarebbero stati contenti di avermi fra gli spettatori della loro esibizione ed organizzo la giornata perché poi, partendo dal mare all’ora stabilita, possa assistere al concerto. Mi incammino alle 19:20 da casa mia – ci vogliono 10 minuti per arrivare alla residenza Viceconte -. Lungo la strada vengo trattenuto per una decina di minuti da un amico. Le solite chiacchiere politiche! Niente male farò solo 10 minuti di ritardo! Confido negli immancabili quarti d’ora accademici di ritardo che solitamente affliggono queste manifestazioni. Sulla salita della cattedrale il padre di un amico di scuola di mio figlio mi pre-annuncia con preoccupazione che il portone del palazzo Viceconte è sprangato dalle 19:30 per non disturbare la manifestazione. Incredulo conto comunque di presentarmi e di “sfondare” lo sbarramento. Effettivamente il portone è sbarrato. Busso con molta discrezione senza avere risposta. Sto per andarmene, senza però prima non inviare un sms di disappunto agli incolpevoli genitori, quando sopraggiunge un ragazzo che telefona all’interno del palazzo. Improvvisamente si apre timidamente una porticina accanto al portale principale e compare il “Viceconte” in persona che annuncia alla piccola folla di spettatori ritardatari non-graditi, che nel frattempo si era assembrata davanti al palazzo, che gli organizzatori avevano dato ordine tassativo di non far entrare più nessuno dopo le 19:30. Nel frattempo arriva pure il Direttore del Conservatorio Saverio Vizziello con consorte, invitati alla stessa manifestazione per rappresentare la massima istituzione musicale della città, vestiti di tutto punto per onorare degnamente l’evento. Niente da fare! L’arcigno Viceconte è irremovibile! Nemmeno le istituzioni possono entrare! Nel frattempo dal salone affrescato al primo piano iniziano a risuonare le prime note (l’inizio del concerto era avvenuto con il pieno rispetto dei tempi mediterranei!). Inizio così ad arringare la folla radunatasi nel frattempo, contro le ferree e severe regole del Suzuki giapponese irriguardose del nostro temperamento mediterraneo che considera le costrizioni temporali vagamente indicative! Così mesto ed irritato per i modi usati dal metodo Suzuki, dopo pochi minuti sono di nuovo a bordo della mia macchina di ritorno verso il mare. Durante il viaggio vengo raggiunto dalle telefonate costernate di Mauro e di Roberto (un altro padre di scacchista!) che mi spiegano che quella di bloccare gli spettatori ritardatari davanti al portone del palazzo, era stata una iniziativa unilaterale presa dal “Viceconte” e che gli organizzatori avevano tentato invano di rompere il blocco per aprire le porte del concerto! Non so il Viceconte per chi ci aveva preso! Forse un orda barbarica che minacciava di devastare ed imbrattare i sontuosi saloni affrescati del palazzo? Forse vecchie reminiscenze da casato nobiliare che ancora oggi si sente assediato da turbe di contadini inferociti che premono alle porte del proprio palazzo? Questo proprio non è dato di sapere! Si spera solo che i “Viceconte” abbiano avuto buone ragioni per assumere un comportamento così villano! L’unica cosa certa è che sentirsi degni di occupare certi luoghi non dipende solo dal denaro disposto ad investire, ma anche e soprattutto dal rispetto e l’educazione che si deve avere per le persone che lo popolano!
Franco Vespe