L’Italia di hockey su pista spezza l’egemonia della Spagna e conquista il titolo di Campione d’Europa anche grazie ai gol del campione materano Massimo Tataranni ma il bomber della città dei Sassi ricorderà questa impresa sopratutto per gli strascichi giudiziari assurdi che lo hanno coinvolto. Tatarani ha passato la notte tra venerdì e sabato scorso nel commissariato di Alcobendas, centro alle porte di Madrid a seguito del fermo imposto dalla Polizia spagnola. Massimo Tataranni è un uomo di sport non un delinquente ma in Spagna a quanto pare esultare è un reato.
L’Italia, anche grazie ai gol di Tataranni, aveva battuto la Francia. Poi la squadra azzurra aveva assistito al match tra i padroni di casa e il Portogallo. Ma in tribuna non c’era Massimo Tataranni, già trasferito in Commissariato per aver esultato al termine della sfida contro la Francia.
L’imputazione a carico del bomber italiano è stata la seguente: “attentato all’autorità dello stato”; una imputazione quasi certamente destinata a cadere per mancanza dei presupposti. Fonti interne alla Polizia Nazionale si sono persino sbilanciare nel definire “illegale” il comportamento della polizia locale di Alcobendas. Intorno all’ora di pranzo di sabato 19 luglio l’incubo di Tataranni è finito e nei prossimi giorni sia l’atleta che la Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio decideranno se intraprendere le vie legali contro la Polizia di Alcobendas. L’azzurro è stato rilasciato dal Commissariato adiacente al tribunale grazie all’intervento dell’avvocato d’ufficio Dario Garcia Aznar, richiesto già nella notte. E all’esterno dell’edificio a Tataranni è stata consegnata la medaglia d’oro dell’Europeo. “Non riesco neanche a descrivere quello che mi è successo – racconta Tataranni – so che ero sulla ringhiera, stavo scavalcando per andare a festeggiare coi miei compagni, quando mi sono sentito afferrare. Il primo uomo mi ha tirato un pugno sul naso. Non avevo capito che fosse un poliziotto. Poi mi hanno portato via. Sono stato tutta la notte in un gabbiotto che sarà stato tre metri per tre. Non ho mai dormito, a un certo punto ho urlato che mi portassero almeno un po’ d’acqua. Ma sono arrivati solo dopo un bel po’, al piano dove ero io mi pareva che non ci fosse nessuno. C’era solo un gran silenzio. Pensavo: sono campione d’Europa. E così mi tenevo su di morale”. L’incubo spagnolo per Tataranni è durato per fortuna solo poche ore. Mai questa vicenda conferma che in Spagna evidentemsente uè vietato esultare quando si conquista un successo sportivo.
Nella foto in copertina il momento in cui Tataranni viene accerchiato dai poliziotti per essere fermato e accompagnato in Commissariato.