Con decreto del 1 luglio 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.168 del 22-7-2014, è stato confermato per un triennio l’incarico concesso con il decreto del 1 luglio 2011, al Consorzio di Tutela dei Fagioli Bianchi di Rotonda DOP, per la DOP “Fagioli Bianchi di Rotonda”. Ne dà notizia la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata ricordando che la zona di produzione dei Fagioli Bianchi di Rotonda DOP ricade nei quattro comuni della Valle del Mercure (Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore) , nel versante lucano del parco Nazionale del Pollino e che la produzione stimata al 2012 è di 260 quintali di Fagioli Bianchi di Rotonda DOP freschi e 45 quintali di Fagioli Bianchi di Rotonda DOP secchi. Le caratteristiche principali dei “Fagioli Bianchi di Rotonda ” che tanto si differenziano dallo standard qualitativo sono l’alto contenuto proteico della granella che può raggiungere anche la percentuale del 27 % sulla sostanza secca legata ai terreni fertili e ricchi di azoto e zolfo (i fagioli venivano usati nelle nostre campagne con particolare frequenza nella alimentazione quotidiana proprio per la ricchezza di proteine vegetali a basso costo e per questo i fagioli venivano chiamati la “carne dei poveri”); il tegumento molto sottile determinato dal basso contenuto di calcare dei terreni (caratteristica molto apprezzata dai consumatori perché riduce drasticamente i tempi di cottura che se fossero lunghi altererebbero la sua gradevolezza).
Gli ecotipi locali coltivati per la produzione di fagiolo bianco di Rotonda sono il Fagiolo bianco e il Tondino bianco (detto anche “poverello”). La produzione dei Fagioli bianchi non deve superare le 13 tonnellate ad ettaro, corrispondenti alle 3 tonnellate di prodotto secco. La raccolta dei baccelli inizia nel mese di agosto e termina entro il mese di ottobre e deve essere rigorosamente effettuata a mano. Sul mercato si possono trovare sia freschi da sgusciare che secchi in granella.
“Se l’Italia si conferma primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall’Unione europea (248 i prodotti di qualità riconosciuti al 31 dicembre 2012, di questi, 243 risultano attivi) in Basilicata – evidenzia il direttore regionale della Cia, Luciano Sileo – i prodotti sono 9 (5 dop e 4 Igp), escludendo il vino. Si tratta di un primato che conferma ancora una volta l’eccellenza dell’agroalimentare ‘made in Italy’ rispetto ai nostri competitor piu’ agguerriti”, che pero’ avverte: ”si puo’ fare molto di piu’ per sviluppare il segmento: da un lato serve piu’ promozione a sostegno dei nostri prodotti a denominazione meno conosciuti; dall’altro occorre intensificare la lotta alla contraffazione alimentare, che ogni anno ”scippa” alle nostre imprese di qualita’ oltre 1 miliardo”.
Nel dettaglio la situazione lucana: formaggi – 2 dop e 1 igp; ortofrutticoli e cereali – 2 dop e 2 igp; olio extravergine di oliva, 1 dop; altri prodotti, 1 igp. I produttori lucani interessati sono 96 (erano 65 nel 2011) per una superficie di 157,14 ettari; 37 gli allevamenti (di cui 15 suinicoli per 30mila capi) ; 40 i trasformatori, 45 gli impianti di trasformazione per complessivi 129 operatori.
Per il direttore della Cia, “bisogna usare ”tolleranza zero” verso chi imita i nostri prodotti d’eccellenza, facendo concorrenza sleale alle nostre imprese e compromettendo il prestigio del nostro sistema agroalimentare dentro e fuori i confini nazionali: solo in Italia la contraffazione alimentare fattura piu’ di un miliardo di euro, con 10 milioni di chili di cibi ”tarocchi” sequestrati soltanto nel 2012. La Cia – ricorda ancora Sileo – ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per regolare i rapporti tra agricoltura e Gdo (Grande distribuzione organizzata). L’obiettivo è di promuovere e commercializzare i prodotti locali che siano tracciabili e identificabili nel territorio rurale di produzione, aprendo nuovi spazi di mercato a produzioni alimentari e tipiche lucane anche di nicchia. E’ dunque un ulteriore sostegno che intendiamo dare all’impegno della Regione in direzione del riconoscimento del marchio di tutela, rafforzando la rete di prodotti Dop, doc, docg e igp “made in Basilicata”, e dei programmi di filiera agro-alimentare”.