Csail ha inviato una nota a seguito delle delle dichiarazioni dell’assessore regionale Berlinguer rispetto alla possibilità di istituire una zona franca in Val d’Agri, la terra del petrolio lucano. Di seguito la nota integrale.
A proposito dell’ennesima scoperta dell’acqua calda dell’assessore Berlinguer…
E’ proprio il caso di ripetere che l’assessore Berlinguer continua a scoprire l’acqua calda: leggiamo oggi dai giornali che nell’incontro ieri a Roma al Mise ha introdotto ulteriori elementi di dibattito sulla scorta di alcune recenti Direttive europee, che hanno consentito in alcuni Paesi, come la Francia, di istituire delle zone speciali sul piano fiscale. Noi del Csail, in verità, da oltre una dozzina di anni lo stiamo ripetendo e proponendo la Zona Franca perché non da oggi abbiamo scoperto che l’accisa sul carburante anche nel comprensorio petrolifero della Val d’Agri sfiora il 43%.
E’ dal 2001 che ci battiamo per l’istituzione di una Zona Franca nel comprensorio petrolifero, per non pagare il carburante con il prezzo più alto come accade adesso, e per favorire investimenti industriali attraverso sgravi fiscali specie a favore di piccole e medie imprese e di nuove assunzioni. Tra l’altro è da anni che registriamo a Matera un clima piuttosto “tiepido” sulla ZFU (Zona Franca Urbana), solo di recente riconfermata dal Governo Renzi, che da quanto è stato dimostrato sinora non interessa molto le categorie e le associazioni professionali e di imprese materane.
Adesso più che nell’assessore Berlinguer, ci auguriamo destinato a ricoprire l’incarico non ancora per molto, le nostre speranze sono riposte nell’europarlamentare Gianni Pittella che si è espresso da tempo a favore della Zona Franca Val d’Agri-Sauro.
Sia chiaro però che non si tratta di quel pateracchio di Zona a burocrazia zero che in Basilicata riguarda l’area industriale di Matera e che si è rivelata una bufala perché non ha dato alcun risultato (come nel resto del Paese). La Zona franca che intendiamo e sosteniamo noi del Csail dagli anni settanta (con la raccolta di circa 30mila firme) è tutt’altra cosa perché deve contenere tutti i benefici anche di natura fiscale, altrimenti non riusciamo a capire per quali motivi gruppi o singoli industriali dovrebbero pensare di venire a produrre in Val d’Agri. E non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti. Solo attraverso distretti con un regime no tax e burocrazia zero, come sostiene l’europarlamentare Pittella, e aggiungiamo con costi energetici e dell’acqua più bassi, agevolazioni fiscali, possiamo sperare di attrarre capitali nazionali ed esteri, arrestando cosi’ il processo di desertificazione industriale denunciato dalla Svimez insieme al divario fiscale tra Sud e Nord. Nell’area Val d’Agri-Sauro ci sono le stesse condizioni che si sono verificate in Francia per realizzare un’ area franca. Ci sono soprattutto gli indicatori economici legati alla disoccupazione, allo spopolamento e aggregando una decina di comuni si raggiunge la soglia demografica richiesta. A questo punto, mettendo da parte le divisioni politiche, gli esponenti lucani di Governo e i parlamentari della nostra regione, di intesa con il Governatore e gli europarlamentari devono battersi perchè si possa raggiungere un’antica e legittima aspirazione e soprattutto per scongiurare il rischio che le ZFU siano individuate solo nei quartieri degradati di Napoli, come alcuni rappresentanti campani di Governo vorrebbero fare. Per il comprensorio del petrolio è questo uno strumento efficace di contrasto alla povertà che continua a coinvolgere sempre più famiglie e che l’ “oro nero” non ha spezzato.
Filippo Massaro, Csail